Economia e Lavoro
2 Agosto 2014
Intanto arrivano oltre tre milioni tra sanzioni e risarcimenti per gli ex dirigenti

Proclamato lo stato di agitazione in Carife

di Redazione | 6 min

carifeE’ stato di agitazione alla Cassa di Risparmio di Ferrara, proclamato dalle Rsa di DirCredito, Fiba Cisl e Ugl Credito, anche se in questa fase i sindacati di categoria ritengono di non dover utilizzare lo strumento dello sciopero, che verrà valutato ma solo in forma simbolica, in quanto “riteniamo che la situazione attuale di Carife non si presti all’utilizzo di tale forma di protesta”.

Le tre sigle sindacali hanno dunque deciso dare un segnale ai commissari per la mancata fornitura dei dati economici sull’accordo del 2013 sugli esuberi, senza i quali non risulta possibile una verifica degli accordi stessi. “La verifica dell’accordo – spiegano – è principalmente un problema legale-contrattuale tra le organizzazioni sindacali ed i Commissari, e questo sia per il mancato rispetto dell’accordo siglato, sia per le motivazioni addotte dai Commissari, i quali hanno individuato nel Testo Unico Bancario il vincolo alla fornitura delle informazioni che chiediamo”. Il testo unico, infatti, prevede che i commissari straordinari mantengano il segreto sui dati di bilancio fino al termine del loro mandato, ma per i sindacati si tratterebbe di una interpretazione restrittiva. “Dato che entrambe le parti sembrano solide nelle loro determinazioni – aggiungono quindi DirCredito, Fiba Cisl e Ugl Credito – noi riteniamo che, nell’interesse dei nostri iscritti, sia opportuno demandare alle valutazioni di un giudice (con rito veloce) la decisione sulla questione, ed in tal senso abbiamo attivato le nostre strutture nazionali”.

L’iniziativa fa seguito all’“ultimatum” che le tre sigle avevano già dato ai commissari fissato come data di scadenza il 30 luglio per l’ottenimento dei dati richiesti. “Ricordiamo – dicono – che questi dati saranno rilevanti anche e soprattutto per affrontare il rinnovo del Cia (Contratto integrativo aziendale), poiché l’assemblea di tutti i dipendenti decise che, pur di mantenere inalterato il Cia, si accettavano le 20 giornate di solidarietà cadauno. Per noi questa equivalenza è sempre valida e quindi ci è indispensabile l’andamento dei costi del personale per essere in grado di affrontare le richieste dell’Azienda in sede negoziale. Evidenziamo che già nell’ultimo incontro i Commissari hanno paventato il ricorso a giornate di solidarietà aggiuntive, il che per noi è inaccettabile”.

Assieme al piano industriale, come ricordato successivamente, il Cia sarà alla base della trattativa da condurre con il futuro partner bancario della Carife “e quindi riveste particolare importanza in termini economici attuali e prospettici”.

Le iniziative di protesta verranno assunte il 5 agosto alle ore 18 presso la Sala Estense, nel corso di un’assemblea aperta a tutto il personale della Cassa di Risparmio di Ferrara durante la quale i sindacati chiariranno la situazione, parleranno delle iniziative e del futuro della banca.

Intanto dai sindacati vengono forniti alcuni scarni dati sui risultati dell’accordo dello scorso anno che ha dovuto gestire 295 esuberi. Si parla di 129 persone esodate, 13 persone in uscita incentivata, 4 pensionamenti incentivati, oltre a minimo 10 giornate a testa di solidarietà a remunerazione parziale per il 2014, 20 giornate annue di solidarietà a remunerazione zero dal 2015 al 2018, blocco degli straordinari e 10 filiali chiuse. Inoltre, obbligo di azzerare i residui di ferie e banca ore entro il 2015, massima mobilità geografica e professionale in deroga al Ccnl, 64 richieste di part time autorizzate. “Sei colleghi di Roma ora lavorano a Ferrara – spiegano DirCredito, Fiba Cisl e Ugl Credito – e probabilmente se ne aggiungeranno altri 30 da Napoli; taglio degli stipendi e dei benefit ai dirigenti. Nel frattempo si sono dimessi circa altri 20 colleghi (tra cui l’ex Dg e altri due dirigenti), abbiamo ceduto due rami d’azienda (uno con 10 e l’altro con 68 persone) ed una banca controllata (con 36 persone), è stata commissariata anche Cflf (Commercio e Finanza) ed entro fine anno rientrerà Carife Sei”.

Tutto questo dovrebbe essere servito, come recita la stessa lettera e premessa degli accordi, a “una indispensabile complessiva riduzione dei costi fra cui va anche considerato il costo del lavoro, in coerenza con l’operatività della Banca e con gli interventi organizzativi previsti”. Riduzione di costi e risparmi di cui però i sindacati sono ancora all’oscuro.

Intanto sono arrivate sanzioni verso gli ex vertici della Cassa di Risparmio di Ferrara. Nel bollettino di vigilanza divulgato da Bankitalia si leggono le accuse che accompagnano le sanzioni per oltre un millione e 70mila euro: lacune nell’organizzazione e nei controlli interni, violazione della normativa in materia di contenimento del rischio di liquidità, mancato rispetto del requisito patrimoniale minimo complessivo, carenze nel processo del credito, posizioni ad andamento anomalo e previsioni di perdite non segnalate all’organo di vigilanza. Il tutto mentre il tribunale ha riconosciuto a un ex dirigente Carife un risarcimento di due milioni di euro da parte dell’istituto di credito ferrarese. E soci e sindacati già si chiedono su chi peserà questa spesa.

Sergio Manuzzi, Sergio Lenzi e Daniele Forin

Sergio Manuzzi, Sergio Lenzi e Daniele Forin

Se le sanzioni di Bankitalia sono inflitte singolarmente agli ex dirigenti, nel caso del nuovo risarcimento il discorso si complica. Perchè il contenzioso avviato cinque anni fa dall’ex dirigente – assunto durante la gestione di Giuseppe Grassano – aveva tirato in ballo la banca come persona giuridica. E il pagamento quindi peserà direttamente sui bilanci Carife.

Diverso il discorso che riguarda le sanzioni di Bankitalia, che coinvolgono l’intero consiglio di amministrazione in carica durante la presidenza di Sergio Lenzi. In questo caso saranno i diretti interessati a dover pagare, ma non prima della fine di tutti i ricorsi in appello già annunciati dall’ex presidente (“non rilascio dichiarazioni, quello che posso dire è che il ricorso è già depositato”, è il sintetico commento di Lenzi) e da numerosi membri dell’ex Cda. E, nel frattempo, Carife dovrà anticipare il pagamento per poi rivalersi singolarmente sugli ex dirigenti. Si tratta di oltre un milione di euro da riscuotere dai consiglieri Simonetta Talmelli, Giuseppe Vancini, Massimo Marchetti, Paolo Govoni e Riccardo Fava, oltre allo stesso Lenzi e al suo vice Ennio Manuzzi. Per tutti loro la sanzione è di 69mila euro a testa, la stessa cifra richiesta anche all’ex direttore generale Daniele Fiorin, la cui posizione è stata equiparata a quella del consiglio. A tutti loro vengono imputate carenze nei controlli, previsioni di perdite nons egnalate all’organo di vigilanza e violazioni della normativa sul contenimento dei rischi di liquidità.

Gli ispettori di Bankitalia hanno però scavato a fondo nel passato dell’istituto di credito ferrarese, scoprendo irregolarità anche nella precedente gestione. E le sanzioni inflitte, in questo caso, si  fanno ancora più pesanti: 104mila euro a testa per Antonio Bondesani, Marco Berti, Teodorico Nanni e Mario Guidi. Mentre 34.500 euro a testa verranno richiesti ai componenti del collegio dei revisori dei conti, Marco Massellani, Andrea Malfaccini e Stefano Leardini. Circa un milione e 70mila euro in tutto di sanzioni a un gruppo manageriale che secondo Bankitalia ha portato Carife all’attuale dissesto. E che, ironia della sorte, saranno anticipati proprio dalla banca danneggiata.

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