Politica
29 Luglio 2014
Diversi forfait al dibattito alla festa Pd di Bondeno. Bianchi: "Abbiamo lasciato il federalismo a chi non ne aveva un'idea"

Unione dei Comuni, la discussione non appassiona i sindaci

di Redazione | 3 min

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unnamed (9)Bondeno. “L’Unione non è una parola, ma qualcosa da costruire insieme”. Il segretario provinciale del Pd Calvano ha aperto così ieri sera il dibattito organizzato dai democratici bondenesi sull’Unione dei Comuni. A moderare Patrizia Micai, a parlare, oltre all’assessore regionale Patrizio Bianchi, i sindaci dell’Unione, invitati ad esprimere la loro posizione. E che però in parte hanno mancato l’appuntamento.

A contendersi il microfono infatti ci sono il primo cittadino di Mirabello Angela Poltronieri, il vicesindaco di Sant’Agostino Simone Tassinari e la consigliera bondenese eletta per il consiglio dell’Unione Ilaria Faraoni, del Pd anche lei, insieme con il suo omologo Livio Poletti. Le rappresentanze finiscono qui, visti i forfait di Daniele Garuti di Poggio Renatico, di Barbara Paron di Vigarano e di Piero Lodi di Cento.

I presenti tuttavia intervengono e fanno il punto della situazione sull’Unione, a partire dalla Poltronieri, che parte analizzando tutti i problemi che ancora la affliggono, ma anche le sue prospettive: “Siamo in convenzione per molti servizi dal 2001 con l’associazione intercomunale dove le deleghe importanti sono cresciute nel tempo dalla polizia municipale, alla protezione civile, ai servizi sociali, al Psc, ma il problema è che non tutti i Comuni si trovano su tutte. Ad esempio Vigarano non è in convenzione per la polizia municipale, Bondeno per i servizi sociali. L’Unione è nata per portare le nostre istanze sulla ricostruzione di un territorio più vasto in Regione e con più forza. La differenza sostanziale è stata dover metterci d’accordo quando abbiamo dovuto pensare allo statuto. Le convenzioni partiranno dal primo gennaio e non dovranno più esserci trattamenti diversi, nei vari Comuni, delle rette del nido e della casa protetta: si ragionerà insieme e non più ciascuno per il suo”.

Tassinari dal canto suo è più disilluso: “Ho la sensazione che sia ancora una scatola vuota: non siamo in ritardo, ma non c’è più tempo – spiega. È facile rivendicare equità e giustizia sociale ma dobbiamo arrivarci e in fretta. Se non abbiamo le idee chiare il rischiamo di accorgerci poi che abbiamo perso qualcosa. Credo nell’Unione come strumento per migliorare i servizi ma chiedo, anche al Pd, di sostenerci da vicino”.

I due rappresentanti bondenesi passano invece all’attacco, seppur con obiettivi differenti: Ilaria Faraoni si scaglia contro l’amministrazione di Bondeno – “se l’unione ci fosse stata già oggi una politica scellerata come quella messa in atto dalla giunta Fabbri che ha tolto improvvisamente i contributi alle persone seguite dai servizi sociali non ci sarebbe stata” –; mentre Livio Poletti marca a uomo Piero Lodi segnalandone l’assenza: “Dispiace che il sindaco di Cento, che rivestirà nell’unione il ruolo più importante, stasera non ci sia. Siamo interessati a capire cosa ne pensa Piero Lodi”.

A calmare le acque in chiusura ci pensa Bianchi, che con un discorso carico di sogni ma che risponde anche alle critiche mosse in precedenza chiede agli amministratori di inseguire il mito di un’Unione che funziona bene come quella dei Comuni di Modena nord: “C’è bisogno di vivere il territorio. È vero, l’Unione parte come una scatola vuota ed è bello, perché sarete voi a doverla riempire pensando ai cittadini che verranno. Non è una strada obbligata quanto piuttosto una scelta che va condivisa; le riforme non le fa mai uno solo. Le unioni si fanno per non essere marginali, state costruendo un pezzo di territorio nuovo. Abbiamo lasciato la parola federalismo a chi non ne aveva neanche un’idea. Federarsi vuole dire unirsi, è qualcosa che serve e che deve mettere insieme”.

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