Cronaca
29 Giugno 2014
Polemiche contro le 'sentinelle' ma nessuna tensione

Il silenzio non fa rumore

di Redazione | 3 min

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Il silenzio del preludio alludeva a un pomeriggio ad alta tensione ieri alle 18 sul listone di piazza Trento e Trieste, con le ‘Sentinelle in Piedi’ con libri in mano contro il ddl Scalfarotto da una parte e i simpatizzanti del mondo Lgbt dall’altra a scrutarsi a vicenda.

Prima delle manifestazioni le parole degli organizzatori, seppur distanti e sufficientemente arroccate perché fosse impossibile trovare una quadra, erano comunque improntate al dialogo: “Siamo un gruppo di cittadini aconfessionali e apartitici e di qualunque orientamento sessuale che in piazza condannano l’omofobia e la transfobia perché anche noi siamo contro ogni discriminazione sull’orientamento sessuale anche se rimaniamo contrari ai matrimoni e alle adozioni omossessuali”, ha spiegato Carlo Martinucci, portavoce delle Sentinelle, subito seguito da Chiara Cenevazzi e Stefania Cellini dei simpatizzanti Lgbt, che rinunciano allo scontro diretto preventivato su Facebook: “Non ci sarà nessun elenco di vittime delle famiglie eterosessuali – spiegano -, manifesteremo in dissenso facendo l’esatto opposto delle Sentinelle: se staranno in silenzio canteremo, se staranno fermi ci muoveremo per dire che siamo contrari all’omofobia come libertà d’espressione”.

Serviranno venti lunghissimi minuti tuttavia perché la tensione in piazza inizi a scemare, con i manifestanti anti-discriminazioni – tra loro anche un ironico contestatore con libro e maglietta di Freddie Mercury – a mescolarsi tra le Sentinelle  interrompendone la perfetta geometria di cinque colonne per quindici righe.

Nel frattempo iniziano a comparire anche alcuni politici, nonostante la volontà di ambo le parti di smarcarsi da ogni affiliazione partitica. Il primo ad arrivare è Francesco Fersini del Nuovo Centrodestra che, copia del ‘Potere dei senza potere’ di Havez alla mano dichiara di essere lì solo a titolo personale in sostegno della libertà d’espressione “messa a rischio dal ddl Scalfarotto, che implica che anche solo il fatto di dire che la famiglia sia composta da un uomo e una donna sia un reato”.

Di questo nel disegno di legge non c’è traccia, ma a ogni modo sul rischio che la sua presenza sia vista come un mettere il cappello all’iniziativa risponde sereno: “La politica deve prendere una posizione chiara sul tema, senza comunque farne una bandiera”. Minuti dopo, toscanello in bocca in sella alla sua bicicletta, fa la sua comparsa anche Mario Zamorani, radicale ed ex candidato sindaco della civica Un’altra Ferrara, che decide di dare un’occhiata, ricorda di come dieci anni fa sia stato lui grazie ad un emendamento a far inserire il supporto alla famiglia “in tutte le sue varie forme” nel regolamento comunale e poi lascia la piazza.

Da quel momento in poi comincia il confronto vero. I contestatori si dividono: una parte prende gli striscioni e inizia a muoversi intorno ai manifestanti-lettori richiamando la Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue, la Costituzione italiana in nome dell’uguaglianza di diritti, mentre un altro capannello cerca di spiegare al portavoce Martinucci il contenuto del ddl contestato. “Chi vi ha portato in piazza?”, “Giovanardi!” risponde una voce fuori campo suscitando l’ilarità dei presenti, “No, il passaparola” ribatte Martinucci. Quanto ai contenuti, le posizioni rimangono diametralmente opposte.

Tra gli umori raccolti in piazza c’è chi vede le sentinelle come “una massa di mummie che non fanno niente, ho paura”. “Hanno insultato i ferraresi venendo qua”; “Nel 2014 sarebbe il caso di parlare d’altro ora che c’è il multiculturalismo. Non siamo indietro sui matrimoni ma anche sulle coppie di fatto, è una questione culturale”; “State contestando il reato di omofobia” e “Nemmeno questa legge con buchi grandi come case vi impedisce di esprimervi” sono le accuse più comuni rivolte ai silenziosi lettori, ai quali viene ricordato di avere anche simpatizzanti di Forza Nuova al loro interno. “Li abbiamo cacciati”, è la risposta secca di Martinucci.

Passa l’ora della manifestazione e i presenti si disperdono. La protesta è finita, andate in pace.

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