Associazioni ambientaliste e comitati si danno appuntamento per domani mattina, martedì 23 aprile, alle ore 9:30, davanti alla sede del Cnr (via Gobetti 101, Bologna), dove si svolgerà l’assemblea dei soci di Hera, per invitare tutti i sindaci azionisti a chiedere che la multiutility esca definitivamente dal progetto di centrale a carbone che si vorrebbe costruire a Saline Joniche, in Calabria.
Quattro primi cittadini, fra i quali quello di Ferrara Tiziano Tagliani che così risponde positivamente alla richiesta fatta lo scorso 3 aprile dal comitato Acqua Pubblica (gli altri sono quelli di Forlì, Padova e Muggia) hanno già dichiarato il proprio no al progetto considerato dalle associazioni ambientaliste “devastante per gli impatti sulla salute, sul territorio e sui cambiamenti climatici, e che ha già fatto registrare impatti negativi anche sul bilancio dell’azienda”. Le stesse associazioni estendono l’invito a tutti gli altri sindaci a riflettere sulle strategia aziendale di Hera “a partire dalla decisione chiara di opporsi al progetto supportato dalla multiutility, per salvaguardare la salute dei cittadini calabresi e la vita del pianeta”.
La centrale di Saline Joniche è denominata Progettosei ideata dal consorzio Sei di cui fa parte Hera insieme a Repower, Foster Wheeler Italiana e Apri Sviluppo. Secondo quanto si legge sul sito del progetto “L’impianto sorgerà in un sito industriale ormai abbandonato; la realizzazione del progetto prevede la bonifica dell’area e il recupero funzionale delle infrastrutture esistenti. La Centrale sarà dotata di una tecnologia estremamente avanzata – Ultra Super Critica (Usc) a polverino di carbone – che consente di aumentarne l’efficienza, ridurre la quantità di combustibile utilizzato e, di conseguenza, limitare notevolmente le emissioni. Le emissioni – si afferma ancora sul sito – saranno ampiamente al di sotto dei limiti di legge previsti in Italia e in Europa”. In Italia le centrali a carbone sono 13 e coprono circa il 12% del fabbisogno energetico
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