Cronaca
18 Aprile 2014
Due patteggiamenti a 3 anni e 8 mesi e 7 anni e 10 mesi al capo della banda

Condannati i ‘padri di famiglia’ della rapina in banca

di Marco Zavagli | 3 min

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rapina-mobile-2-420x315Si erano congedati quasi scusandosi per il disturbo. “Scusate, sapete com’è… siamo padri di famiglia”. Era il 6 settembre 2013 quando tre banditi entrarono nella filiale di Caricento di via Bologna 305/A, minacciarono con un cutter clienti e dipendenti e li confinarono in bagno. Poi, del tutto indisturbati, svuotarono il cash guardian della banca di 10mila euro, per poi attendere pazientemente circa 20 minuti lo sblocco della cassa temporizzata, sottraendo altri 150mila euro.

I tre personaggi dall’accento meridionale, dai modi calmi e decisi, di chi non è nuovo del mestiere – come li descrissero le vittime -, erano arrivati in bicicletta poco dopo mezzogiorno alla sede ferrarese della banca. Al momento della rapina erano presenti quattro impiegati e quattro clienti. Il primo rapinatore a entrare in banca, alle 12.20, aveva il volto rigorosamente scoperto. A lui, infatti, spettava il compito di controllare la situazione all’interno senza destare sospetti e dare l’ok ai complici. Poco dopo ha tentato di entrare anche il secondo, a volto travisato, restando però nella bussola della banca che il cassiere, insospettito, aveva bloccato. A quel punto il primo ha estratto un cutter minacciando lo stesso cassiere, che è stato costretto a sbloccare il meccanismo di apertura della bussola.

Il terzo era rimasto all’esterno e stava preparandosi a entrare, ma proprio in quel momento, notando che un cliente stava per fare il suo ingresso nell’istituto di credito, piuttosto di rischiare che si accorgesse di quanto stava accadendo e si allontanasse per dare l’allarme, lo ha afferrato e spinto nella bussola dopo essersi travisato parzialmente il volto. Dopo aver racimolato il denaro chiusero a chiave nel bagno tutti i presenti per poi dileguarsi.

Le nove persone recluse hanno quindi aspettato una ventina di minuti, dopodiché il direttore è riuscito a sfondare la porta e a lanciare l’allarme. La filiale di Caricento era ormai deserta: i quattro rapinatori erano già scappati in sella alle biciclette con calma e in silenzio, esattamente come erano arrivati.

A tradirli furono le telecamere di videosorveglianza, che inquadrarono i loro volti, almeno parzialmente. Le indagini sul loro conto, avviate dai carabinieri di Ferrara e di Sarzana (La Spezia), passano poi nel dicembre successivo alla squadra mobile di Ferrara, che riesce a risalire all’identità di tre di loro e a chiedere così al pm Filippo Di Benedetto, l’ordine di cattura. Si tratta di una banda di tre persone originarie di Napoli e provincia: il 44enne Carmine Falco, il 36enne Luigi Di Paola e il capo del gruppo, il 44enne Massimo Marangio.

Ai tre malviventi – che hanno già diversi precedenti per reati contro il patrimonio – l’ordinanza di custodia cautelare in carcere venne notificata a Poggio Reale, dove i componenti della banda si trovavano in carcere da pochi giorni dopo l’arresto per un’altra rapina compiuta a Gatteo Mare.

Ieri, davanti al gup Piera Tassoni, Falco e Di Paola hanno patteggiato al pena di 3 anni e 8 mesi, mentre Marangio, che ha scelto il rito abbreviato, è stato condannato a 7 anni e 10 mesi.

La sequenza della rapina catturata dalle videocamere di sorveglianza

La sequenza della rapina catturata dalle videocamere di sorveglianza

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