Cronaca
18 Marzo 2014
I residenti hanno consegnato un documento con le problematiche più significative del quartiere

Il prefetto tende la mano al ‘Gruppo Gad’

di Daniele Oppo | 3 min

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admin-ajaxIl nuovo prefetto di Ferrara Michele Tortora ha incontrato nella mattina del 18 marzo il ‘Gruppo Gad’, il comitato di residenti nella zona ‘Giardino-Arianuova-Doro’, ascoltando dalla voce dei cittadini i problemi riscontrati nel quartiere sia dal punto di vista dell’ordine pubblico che delle problematiche di carattere sociale. Già nel settembre scorso il gruppo aveva incontrato l’ex prefetto Provvidenza Raimondo in un tavolo nel quale era stato promesso un presidio maggiore da parte delle forze dell’ordine. Ieri, 17 marzo, si è invece tenuta la seconda riunione del Comitato Commercianti Gad – l’associazione che riunisce i commercianti, gli artigiani e tutti gli altri esercenti e partite Iva della zona Gad – con l’obiettivo di promuovere le economie del territorio e contribuire alla riqualificazione urbana e a ricucire il tessuto sociale.

“È stato un incontro di carattere conoscitivo – afferma Paolo Baiamonte, portavoce del gruppo –  e a tal fine il Gruppo ha consegnato un documento nel quale sono riportate le problematiche più significative che gravano sull’intero quartiere. Il prefetto si è mostrato sensibile e interessato ai problemi e ha dato una prima rassicurazione in merito al coordinamento delle forze dell’ordine per mantenere alta l’attenzione sulla zona e al coinvolgimento del Comune per quanto attiene all’intreccio con i problemi di carattere sociale. Si è poi impegnato – conclude Baiamonte – ad approfondire le problematiche evidenziate nel documento stesso e si è reso disponibile a eventuali successivi incontri”.

Nel documento consegnato al prefetto si può leggere che “la popolazione del quartiere, per la maggior parte anziana, è stremata e sfiduciata e, già in passato, si sono registrati casi di autodifesa (anche violenta) in gran parte alimentata dall’eccesso di tolleranza di altri, non residenti e, spesso, con importanti ruolo sociali di rilievo, a causare l’aumento di intolleranza di chi vive direttamente le situazioni”. Le problematiche relative alla zona Gad sono state affrontate attraverso il doppio binario politico-amministrativo e di sicurezza e ordine pubblico.

Relativamente alla questione dello spaccio di droga i residenti chiedono che non vengano solo messe in atto azioni di tipo repressivo ma anche azioni preventive soprattutto verso i soggetti più esposti come i giovani e giovanissimi. In particolare si richiede di utilizzare le unità cinofile per i controlli sui numerosi studenti pendolari che passano per la stazione ferroviaria, un coordinamento maggiore nel uso dei filmati delle videocamere di sorveglianza di cui molti si sono muniti. Non manca una critica al centro di Mediazione che “pur gravitando in altre competenze, contribuirebbe a generare una sorta di ‘ghettizzazione’, aumentando l’erronea percezione che possano esistere canali differenziati, se non addirittura privilegiati per accedere ai servizi pubblici” e per il quale si chiede una verifica dei risultati ottenuti.

Tra i problemi segnalati c’è anche quello del Grattacielo per il quale è stata richiesta un’azione di controllo sulla regolarità delle locazioni e un’attività di contrasto delle attività illecite in ambito domestico – anche attraverso la collaborazione con i servizi sociali – per “prevenire potenziali episodi di criticità familiare su donne e bambine, soprattutto legata all’etnia pakistana, che, a quanto risulta (ma rendendosi doveroso un approfondimento da parte delle competenti autorità), pur essendo noto il loro risiedere in zona, non sono mai viste”. Il documento critica le politiche abitative attuate nel quartiere da parte di “determinati soggetti istituzionali che incoraggiano la locazione di immobili privati da parte soggetti palesemente insolvibili così da poterli far accedere in maniera preferenziale alle graduatorie per gli alloggi pubblici, determinando chiaramente, non già un danno nel breve periodo, ma avvallando una prassi assolutamente deleteria per la gestione abitativa della città e generando ulteriori fattori di rischio”.

I residenti della zona Gad hanno proposto al prefetto anche azioni per arginare la prostituzione, chiedendo di “avviare un percorso partecipato con le associazioni che seguono il fenomeno per cercare di trasferire tale ‘attività’ in zone non residenziali (segnatamente via Bologna, quartiere fieristico) per evitare un chiaro disagio a residenti (compresi minori) e ulteriore concentrazione di fenomeni di degrado connessi all’attività prostitutiva (rumori molesti, rifiuti, sporcizia) alleggerendo così la pressione sul quartiere”.

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