Politica
25 Febbraio 2014
Dal suo assessorato la nuova formulazione del Regolamento comunale

Zadro, da ex no-antenne alla telefonia mobile

di Redazione | 3 min

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adminIronia della sorte per il capitolo telefonia mobile. Il nuovo regolamento che disciplina gli impianti è stato redatto dall’assessorato che vede al vertice Rossella Zadro, che prima di entrare in politica – ed essere poi eletta nelle fila dell’IdV – creò il comitato contro l’elettrosmog. Altri tempi e altre tecnologie, a giudicare dalla nuova formulazione del Regolamento comunale per la telefonia mobile, approvata oggi dalla giunta del Comune di Ferrara.

Le modifiche – spiega il municipio – si sono rese necessarie alla luce delle novità normative intervenute in questo ambito sin dal 2010. Il testo, che sostituisce quello in vigore dal 2007, è già passato al vaglio delle Commissioni consiliari congiunte Ambiente e Urbanistica e concluderà il suo iter in Consiglio comunale il 3 marzo prossimo.

Attualmente gli impianti di telefonia o stazioni radio base (SRB), “in continua innovazione e miglioramento”, specifica la giunta, e si configurano come infrastrutture dedicate non solo alla comunicazione via voce, ma soprattutto al trasferimento di dati: con smartphone e tablet si possono infatti inviare e scaricare dati senza limiti. “Utilizzi differenti che hanno richiesto un adeguamento importante della rete esistente. Adeguamento ancora in fase di realizzazione e disciplinato dai provvedimenti normativi che sono stati introdotti recentemente e che richiedono un allineamento delle procedure comunali”.

La materia è disciplinata dal D.lgs. 1 agosto 2003, n. 259, meglio conosciuto come “Codice delle Comunicazioni Elettroniche”, in particolare dall’art. 87 e oggi soprattutto dall’articolo 87-bis, quest’ultimo introdotto dalla legge 22 maggio 2010, n. 73. Tale disposizione, dal titolo “Procedure semplificate per determinate tipologie di impianti”, ha come obiettivo l’agevolazione delle procedure per realizzare gli impianti di telefonia al fine di incentivare il completamento della rete sull’intero territorio nazionale.

Pertanto, al fine di accelerare il completamento della rete di banda larga mobile, “fermo restando il rispetto dei limiti, dei valori e degli obiettivi di tutela della salute della cittadinanza”, è sufficiente la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). “Fondamentale ricordare – aggiunge la nota di giunta – che la legge definisce le infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione come opere di urbanizzazione primaria pur restando di proprietà dei rispettivi operatori. Alla luce di ciò, l’installazione di infrastrutture per impianti radioelettrici e la modifica delle caratteristiche emissive viene autorizzata dagli Enti locali, previo accertamento da parte di Arpa della compatibilità del progetto con i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità, stabiliti uniformemente a livello nazionale”.

Questa agevolazione introdotta dai recenti dettati normativi fa totalmente decadere, per mancanza di supporti legislativi, molti dei presupposti della precedente versione del Regolamento comunale e gran parte della legge regionale emanata nel 2000. “Molte delle disposizioni che vi sono contenute non sono più applicabili – continua la nota – e risulta inopportuno introdurre procedure diverse, sistematicamente respinte da tutti i TAR italiani con ingenti risarcimenti sborsati dai Comuni ai gestori danneggiati”.

“Partendo dal presupposto che le valutazioni sull’impatto elettromagnetico sono state ‘salvate’ e sono comunque garantite dall’obbligatorio parere di Arpa – affermano al proposito gli assessori Fusari e Zadro -, con il nuovo regolamento abbiamo cercato di mantenere in punta di piedi ed in virtù dei buoni rapporti instaurati con i gestori, la possibilità di presentare un programma annuale in caso di installazioni numerose; di garantire la massima pubblicità delle installazioni per dare informazione alla cittadinanza; e di mantenere principi valutativi di cautela per il nostro centro storico. Di più ci avrebbe portato nella piena illegittimità”.

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