Non arriveranno nemmeno oggi i candidati anti-Tagliani. Anzi, l’incontro tra Forza Italia e possibili alleati, specialmente dopo lo strappo di Fratelli d’Italia sulle primarie, la riunione nella quale ogni gruppo di centrodestra doveva presentare la propria rosa di nomi potrebbe saltare.
Ufficialmente dai quartier generali dei berlusconiani non trapela nulla, ma gli umori non sono dei migliori. Non tanto per il ritardo nella scelta di un candidato, cosa peraltro comune al resto dell’Emilia-Romagna, quanto per il metodo fino ad ora seguito sotto la supervisione del ‘moderato’ Mauro Malaguti. Non ha remore a dirlo Cristiano Di Martino, uno dei possibili candidati forzisti (suo e quello dell’architetto Vittorio Anselmi gli unici due nomi finora emersi): “il metodo non ci soddisfa, io non posso trovarmi in un bar (finora il ritrovo del centrodestra è stato nella sala di un locale del centro, ndr) e farmi dire da Spath o Verri se sono preferibile o meno a un altro”. Il consigliere provinciale spiega meglio; “io sono disponibile se il partito me lo chiede, ma non mi presto a un ballottaggio davanti a un cappuccino. Serve piuttosto un faccia a faccia tra partiti e mi sembra che ci sia spazio per una visione comune dal punto di vista valoriale per creare una larga alleanza. Ma occorre cambiare metodo”. Su una cosa però Di Martino non transige: “lo sfidante di Tagliani o sarà una personalità della società civile o sarà un uomo di Forza Italia”. La prima ipotesi, già ampiamente percorsa, è ormai tramontata visti i numerosi “no grazie” incassati dagli azzurri.
Fuori dal gioco della “larga alleanza” potrebbe invece chiamarsi presto fuori Francesco Rendine, sempre più convinto a correre con una propria lista. In precedenza aveva già fatto capire ai colleghi del centrodestra che sarebbe stato della partita soltanto nell’ipotesi di una lista del candidato sindaco nella quale far entrare i nomi di partiti e civiche.
Rimanendo nel campo delle opposizioni, è sempre più probabile che Io amo Ferrara seppellisca l’ascia di guerra. Gli incontri, più che con il centrodestra, sono stati fatti con il centrosinistra. Di sicuro, come già anticipato da Giulio Barbieri, c’è la volontà di non disperdere gli oltre settemila voti del 2009. Ma in quale direzione e con quale modalità incanalarli è sempre più oscuro. Anche perché il candidato ideale di Barbieri, Alex De Anna, non sembra strepitare per fare il portabandiera.
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