Cronaca
23 Novembre 2013
Altra condanna per Sangiorgi. Dopo il suo caso Hera cambiò modalità di avviso

L’amministratore infedele che ha fatto scuola

di Marco Zavagli | 2 min

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admin-ajax.php_31Ancora una condanna per l’“amministratore infedele” Leonardo Sangiorgi. Dopo le prime sentenze sfavorevoli (sempre in primo grado) in seguito alle varie denunce di diversi condomini di Ferrara per appropriazione indebita, l’uomo – ormai irreperibile da tempo – è stato condannato ieri dal giudice Luca Marini a due anni di reclusione (pena sospesa) e 900 euro di multa, oltre al risarcimento alle parti civili – assistite dall’avvocato Luca Esposito – da quantificarsi in separate sede.

Questa volta la vittima di Sangiorgi era il condominio “Ducale”, tra via Monti e Argine Ducale. Tra il 2007 e il 2009 l’uomo non pagò le bollette delle utenze di 80 condomini, per una somma di 238mila euro.

La prima condanna lo aveva visto soccombere nel caso del Condominio “Savonuzzi” di via Bologna. La pena allora fu di due anni e 8 mesi. In aprile ha patteggiato sei mesi per lo stabile tra le vie Concia e Vegri http://www.estense.com/?p=291584. In corso ha anche il processo per il “Corallo” di via Olimpia Morata.

Per quanto riguarda la causa attuale, la maggior parte del ‘buco’ riguardava il teleriscaldamento e l’acqua, forniti da Hera. Proprio quando la multiutility staccò il riscaldamento al condominio gli inquilini si accorsero del mancato pagamento delle bollette, con soldi regolarmente versati nelle mani di Sangiorgi e da lì spariti.

Dopo la querela partita nel febbraio 2010, i condomini agirono in sede civile contro Sangiorgi – già condannato a due anni e 8 mesi per la vicenda dello stabile “Savonuzzi” di via Bologna -, arrivando all’ipoteca della sua casa di proprietà e alla successiva messa all’asta. Il ricavato andò a colmare parte delle richieste dei gestori delle utenze, che concessero la dilazione rateale del pagamento del resto. Alla fine, in ogni caso, i malcapitati inquilini hanno dovuto pagare due volte le bollette, oltre agli interessi.

In sede di arringa il legale di parte civile ha sottolineato infatti come “in quello stabile vivano persone in gran parte anziane, molte delle quali impossibilitate per ovvie ragioni a controllare l’operato dell’amministratore”. C’è da dire però che il caso Sangiorgi ha fatto scuola e, dopo le cause che lo riguardano (in parallelo a casi simili con altri imputati avvenuti a Bologna), Hera ha cambiato modus operandi.

In precedenza, in caso di condomini con riscaldamento centralizzato, la società interloquiva solo con l’amministratore. Se questi non pagava le bollette, i condomini potevano venirlo a sapere solo nel momento in cui il gestore della luce o del riscaldamento staccava l’utenza. “Oggi invece – fa notare l’avvocato Esposito – gli avvisi di mora vengono messi nelle buchette postali di tutti i condomini, aumentando così le garanzie di trasparenza insite nell’operato dell’amministratore”.

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