Cronaca
15 Novembre 2013
Il sostituto procuratore Castaldini: "Non punibilità per fatti trascurabili. No amnistie e indulti"

Sprechi P.A. e giustizia: “Bisogna depenalizzare”

di Redazione | 4 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Patrizia Castaldini

Patrizia Castaldini

Un vero e proprio cahier de doléances della giustizia italiana ed emiliana è stato quello snocciolato ieri mattina al convegno Uil-Fpl ‘Sprechi, inefficienze e reati nella Pubblica amministrazione’ da Patrizia Castaldini, sostituto procuratore della Repubblica a Ferrara e componente del Consiglio Giudiziario della Corte d’Appello di Bologna, la quale non ha però nemmeno risparmiato possibili soluzioni ai problemi.

Il magistrato ha riconosciuto “intenzioni positive” al governo Monti, “che ha soppresso mille uffici giudiziari, in particolare quelli del Giudice di Pace a cui bisognerebbe anche ridurre le competenze”, e ha soppresso le sedi staccate dei tribunali, per quanto proprio questa scelta abbia creato “alcune situazioni di spreco”. A Bassano del Grappa, per esempio, “quest’anno è stato aperto un tribunale costato 12 milioni di euro, poi soppresso dopo due mesi e accorpato a quello di Vicenza, dove c’erano i magistrati ma non gli amministrativi, motivo per cui alcune udienze sono state rinviate fino al 2020”. Stessa situazione a Chiavari, dove l’accorpamento col Tribunale di Genova ha fatto slittare di due anni udienze già fissate per il 2013.

Castaldini invoca un “aumento delle piante organiche ferme da decenni, nonostante la popolazione sia cresciuta”, e in particolare lancia un allarme sul Tribunale dei minorenni dell’Emilia Romagna, dove sei magistrati devono occuparsi di tutti i minori della Regione: “La situazione è al collasso, ed è già stata segnalata al Ministero e al Csm”.

Qualcosa da rivedere ci sarebbe pure – chiamiamolo così – sul fronte delle entrate, visto che in Italia l’Ufficio di esecuzione, quello che recupera le spese processuali e applica le pene pecuniarie, riesce a recuperare “solo il 3,5% di quanto dovuto”, e quei pochi soldi oltretutto se ne vanno al Ministero dell’Economia e non restano a quello della Giustizia.

Non è però solo il Tribunale dei minorenni ad avere problemi, visto che alla Corte d’Appello di Bologna (anch’essa competente per tutta la Regione) a inizio anno erano pendenti “15mila procedimenti penali, una cifra inverosimile da affrontare”. A questo punto, secondo il sostituto procuratore, la vera arma per alleggerire gli uffici giudiziari sarebbe una drastica depenalizzazione. “Andrebbero lasciati solo i fatti davvero penalmente rilevanti, quelli contro la vita, l’incolumità, il patrimonio e la Pubblica amministrazione, mentre oggi gli uffici si occupano di temi che potrebbero essere puniti con sanzioni pecuniarie, garantendo oltretutto maggiori entrate. Per i fatti di scarsissima rilevanza penale poi, come il furto di una scatoletta di tonno in un supermercato, perché non prevedere la non punibilità, visto che in realtà si tratta di processi fantasma, spesso contro extracomunitari che sono solo un nome su un pezzo di carta? Perché non evitarli?”. Andrebbero pure “ampliati i casi di estinzione del reato: perché non evitare un processo quando è avvenuto l’integrale risarcimento della parte offesa e questa non si è nemmeno costituita parte civile?”. Ancora, “andrebbero sospesi, fino al loro rintraccio, i processi penali a carico degli irreperibili e delle persone senza fissa dimora, perché le eventuali condanne sarebbero destinate a rimanere su carta”.

Contraria invece si è detta Castaldini ad amnistie e soprattutto indulti, pur riconoscendo il problema nelle carceri: il 14 ottobre, nella Penisola c’erano 64.564 detenuti, di cui 38.625 condannati definitivamente e ben 27.744 (quasi il 43%) in custodia cautelare, ossia incarcerati da indagati o da imputati ma non da condannati, dunque da innocenti. “Per loro – ha suggerito – i processi dovrebbero essere celebrati in tempi più rapidi”, mentre gli stranieri, che oggi possono essere espulsi quando hanno una condanna non superiore a due anni, dovrebbero esserlo anche prima, “magari per condanne fino a cinque anni, purché però l’espulsione sia effettiva”.

In un contesto simile, un indulto sarebbe allora inutile e dannoso, “perché come nel 2006 gli scarcerati finirebbero per rientrare nei penitenziari, mentre i Tribunali dovrebbero comunque continuare a celebrare i processi le cui condanne sarebbero poi coperte da indulto. Da cittadina capisco la contrarietà della gente”. Un’altra soluzione potrebbe essere, ancor prima che la costruzione di nuove carceri, “l’utilizzo di quelle mai aperte: ne abbiamo una proprio a Codigoro”.

Non è mancato infine un accenno all’eccessivo numero di avvocati, poco gradito in una platea composta in maggioranza da professionisti del foro: “ce n’è un’enormità, gli iscritti all’ordine di Milano sono 20mila, metà di quelli dell’intera Francia”.

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