Cronaca
28 Settembre 2013
In casa barattoli con sostanza essiccata per oltre mille dosi

Assolto con 170 grammi di ‘maria’. ‘Faccio le tisane’

di Marco Zavagli | 2 min

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admin-ajax.phpAveva in casa 170 grammi di marijuana essiccata, capaci in forza del principio attivo, di produrre 1380 dosi. In tribunale si è difeso spiegando candidamente che la utilizzava per farsi le tisane. E il giudice lo ha assolto.

È l’originale esito di un processo per droga che si è tenuto ieri mattina nell’aula B del tribunale di Ferrara. Davanti al giudice Luca Marini e alla pm Stefania Borro si è presentato un uomo di 36 anni, arrestato il primo agosto del 2012 per detenzione ai fini di spaccio di stupefacente.

Quel giorno venne fermato dai carabinieri mentre era in sella alla sua bicicletta in centro a Ferrara. Addosso gli trovarono uno spinello. Da qui le forze dell’ordine passarono alla perquisizione domiciliare, durante la quale -su indicazione dello stesso indagato -, i militari trovarono170 grammi di marijuana essiccata contenuta in due barattoli. Dalle analisi dell’Arma il principio attivo in essa contenuta era sufficiente per confezionare 1380 dosi. In casa c’era anche un bilancino di precisione. Quanto bastava per l’arresto per spaccio.

Una volta in tribunale l’uomo, difeso dagli avvocati Luca Morassuto e Davide Bertasi, ha spiegato che tutta quella marijuana gli era necessaria per prepararsi le tisane dimagranti di cui era ghiotto. A sostegno della tesi sono comparsi anche dei testimoni a sostenere di averlo visto prepararsi effettivamente gli infusi con lo stupefacente. Esistono anche siti internet- hanno fatto notare i legali in aula – in cui si spiega come ottenere il prezioso decotto.

L’imputato ha anche ricostruito la genesi di questa sua singolare passione. Assuntore abituale di marijuana (“fino a otto spinelli al giorno”), aveva iniziato ad accusare mal di gola e raucedine. Per non perdere la buona abitudine aveva allora trasformato il metodo di assunzione: ecco pronta la tisana. Che, dato il senso di sazietà che reca in dono a chi la beve, gli consentiva anche di dimagrire.

Forte di una sentenza della Cassazione che ammette la “scorta” di marijuana e avendo dimostrato che mancava l’elemento della condotta tesa allo spaccio, la difesa ne ha chiesto l’assoluzione. E il giudice, con formula dubitativa, l’ha concessa.

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