
Immagine d’archivio
Nei primi sette mesi dell’anno a Ferrara si sono registrate 4 morti sul lavoro, le cosiddette morti bianche. Un dato che colloca la nostra provincia al 17° posto in Italia per incidenza di infortuni mortali sul lavoro. L’incidenza è infatti del 26,2 su un totale di 152.872 occupati. E’ l’incidenza più elevata dell’intera regione Emilia Romagna, che già si trova al secondo posto per numero di morti (32) dopo la Lombardia (37).
I dati arrivano dall’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering, che anche nell’ultimo mese di rilevazione, quello di luglio, ha evidenziato una situazione drammatica per l’Italia. Sono 45 infatti le vittime rilevate da Nord a Sud del Paese per un totale di 284 decessi registrati nei primi sette mesi del 2013. Con l’agricoltura sempre più, purtroppo, in primo piano e dove si conta oltre il 47 per cento delle vittime. Il 17 per cento nelle Costruzioni, il 7,7 per cento nel commercio ed attività artigianali.
La Lombardia al vertice dell’emergenza con il maggior numero di morti (37), seguita dall’Emilia Romagna (32), dalla Sicilia (22), dal Piemonte (20) e da Veneto e Liguria (18).
Intanto l’indice di rischio di mortalità più alto rispetto alla popolazione lavorativa viene rilevato in Abruzzo (31,5 contro una media nazionale di 12,4), seconda la Liguria (28,5 ) e terza la Calabria (24,7).
Tra le cause principali di morte emergono quelle dovute al ribaltamento di un veicolo/mezzo in movimento (28,5 per cento dei casi), alla caduta dall’alto (21,5 per cento) e allo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti (19 per cento dei casi). Rispetto ai primi sette mesi del 2012 nel 2013 si rileva un decremento della mortalità pari all’8,4 per cento, (flessione in calo però rispetto ai mesi precedenti). “Rispetto al 2010, invece – precisa il Presidente dell’Osservatorio Vega Engineering – il numero di vittime è addirittura aumentato. Nei primi sette mesi di tre anni fa, infatti, i decessi erano 280. E questo è un dato allarmante considerando il calo occupazionale e la crisi”.
Guardando, poi, alle classifiche provinciali è ancora Genova a condurre le fila del Paese con 14 vittime; seguita da Chieti e Milano (9), da Foggia, Cosenza, Bologna e Roma (8). Mentre appartiene a Chieti l’indice di rischio di mortalità più elevato (63,8), seguito da Oristano (54,1), e da Ogliastra (53,9). L’indice di rischio di mortalità, come detto, è elevato anche a Ferrara, il più elevato dell’intera regione. In Emilia Romagna per trovare la provincia con l’indice più alto dopo Ferrara bisogna scendere al 30° posto della graduatoria nazionale, con Reggio Emilia che fa registrare un’indicenda del 21 sul totale di 238.577 occupati.
Altro dato sconfortante poi giunge dal mondo del lavoro femminile. Perché sono già 14 le donne che hanno perso la vita al lavoro in Italia. In tutto il 2012 erano decedute 9 lavoratrici.
La fascia d’età più coinvolta nell’emergenza morti bianche continua ad essere quella degli ultrasessantacinquenni. Sempre gli ‘over 65’ quella a maggior rischio di mortalità considerando la popolazione lavorativa.
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