Cento
18 Agosto 2013
Le 169 osservazioni giunte in Provincia influenzano la delibera finale, ma rimane ignorato il giudizio di Arpa

A Molino Boschetti non serve la Via

di Redazione | 3 min

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admin-ajax (8)Cento. L’ampliamento della discarica 2 di Molino Boschetti dovrà riguardare solo i rifiuti e le macerie post-terremoto già sul posto. Hanno fatto breccia – almeno in parte – le 169 osservazioni giunte dai cittadini alla Provincia riguardo al progetto di Cmv Servizi (vai all’articolo), che prevede “una risagomatura del corpo della discarica, con un incremento della volumetria utile che consentirà di conferire in discarica ulteriori 14560 t di rifiuti speciali non pericolosi”. Un passaggio tratto dalla delibera della giunta provinciale del 14 agosto, che detta alcune modifiche al primo progetto e rende più espliciti alcuni punti fermi richiesti dal comitato Gad e dalla popolazione residente attorno all’area, anche se  la stessa giunta sceglie di saltare ogni ulteriore valutazione di impatto ambientale (Via) e di ignorare l’opinione di Arpa, unico tra gli enti tecnicamente competenti a prendere una posizione di ferma contrarietà al progetto.

Tra le osservazioni “parzialmente accolte” dalla giunta spicca in particolare quella relativa alla tipologia dei rifiuti, che dovranno limitarsi alle macerie raccolte in seguito agli eventi sismici e da cui sono esclusi i 39 tipi di rifiuti speciali compresi nel primo progetto. Mentre nella nuova delibera di giunta si specifica con maggior chiarezza che “non è stato autorizzato, né sarà autorizzato, alcun impianto di depurazione del percolato prodotto dalla discarica, ma è stato autorizzato nel 2009 un impianto di ricircolo del percolato prodotto dalla discarica stessa per massimizzare la produzione di biogas”. A richiedere la precisazione con un’apposita osservazione era stato Gilberto Toselli, socio di Legambiente e promotore assieme al Comitato Gad della massiccia raccolta di opinioni nel marzo scorso.

Il malumore degli attivisti resta però di fronte alla scelta della giunta di ignorare il parere di Arpa, definito “non pertinente con la procedura di screening in oggetto”. L’agenzia per la protezione ambientale chiedeva infatti ulteriori analisi sulle falde acquifere che scorrono sotto la discarica, per il timore che il percolato (ovvero il liquame prodotto dai rifiuti e in cui si concentrano diverse sostanze nocive) potesse essersi infiltrato nel sottosuolo contaminando le acque di falda. “Si ritiene – era la posizione ufficiale di Arpa – che l’approvazione del progetto debba essere condizionata alla attivazione della caratterizzazione del sito, come più volte ribadito, alla luce delle problematiche ambientali riscontrate e comunicate agli Enti preposti, prima di ulteriori collocazioni di rifiuti nella discarica. Qualora al termine della stessa si ottenga una valutazione positiva, sarà possibile la collocazione di tali ulteriori quantitativi di rifiuti nel sito per il quale è stato presentato il progetto”.

E la “bocciatura” subita dai tecnici di Arpa solleva già le prime critiche. Luigi Gasparini, medico igienista e referente ferrarese dell’Isde, afferma che “è una cosa grave che Arpa non sia stata ascoltata”, e propone di sondare possibili vie legali per far tornare la Provincia sui suoi passi: “Cerchiamo di valorizzare, eventualmente anche per vie legali, il parere negativo di Arpa, che spero sia anche un segnale di “sgancio” di Arpa dai politici e dagli amministratori locali. È importante farlo anche ai fini della bonifica che secondo me dovrà essere effettuata”.

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