Cronaca
25 Luglio 2013
Serie di interventi dopo la bufera scatenata dal volantino affisso dal cappellano dell'ospedale di Cona

Legge omofobia, volantino rimosso e reazioni

di Redazione | 4 min

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Don Stefano Piccinelli

Don Stefano Piccinelli

Il volantino affisso in bacheca dal cappellano dell’ospedale di Cona, don Stefano Piccinelli, dal titolo “Fermiamo la legge contro l’omofobia”, ha creato un vero e proprio caso, stigmatizzato da Circomassimo-Arcigay e Arcilesbica Ferrara (vai all’articolo). E le reazioni si susseguono, nonostante il volantino sia già stato rimosso dalla bacheca del cappellano dopo la “bufera” scatenata nell’opinione pubblica.

Fra queste si registra la presa di posizione, congiunta, della presidente della Provincia, Marcella Zappaterra (che è anche presidente della Conferenza sociosanitaria territoriale), e dell’assessore provinciale ai Servizi Sociali, Caterina Ferri. “Il volantino affisso dal cappellano dell’ospedale di Cona in contrasto con il disegno di legge per introdurre anche in Italia il reato di omofobia e transfobia, ci sconforta – scrivono – dal momento che la Provincia di Ferrara dal 2011 coordina il Protocollo interistituzionale per il contrasto all’omofobia. Un impegno e una condivisione che riaffermiamo con forza anche di fronte a questa circostanza, che rischia di alimentare comportamenti e atteggiamenti fortemente discriminatori e lesivi della dignità umana”. Zappaterra e Ferri dichiarano quindi di condividere le preoccupazioni espresse da Circomassimo-Arcigay Arcilesbica di Ferrara nella lettera inviata alle dirigenze dell’Azienda ospedaliero universitaria, “anche se riteniamo vada affermata la loro assoluta estraneità rispetto a quanto accaduto.
Pur condividendo il richiamo ad una doverosa sorveglianza affinché la libera espressione di idee e opinioni non si trasformi in occasione di discriminazione o di intolleranza, di qualsiasi genere”.

Sulla questione interviene poi il circolo Sel di Ferrara, mettendo l’accento soprattutto su quanto sta accadendo a livello nazionale rispetto al disegno di legge sull’omofobia e alla proposta avanzata da alcuni esponenti Pdl sui temi “etici”. “Il ricatto secondo il quale introdurre la discussione anche in Parlamento di questioni come il disegno di legge sull’omofobia o le unioni civili potrebbe rompere i fragili equilibri delle larghe intese lascia esterrefatti. ‘Nel momento in cui l’ Italia affronta una straordinaria depressione civile, economica e sociale combinata con una persistente fragilità politico-istituzionale, appare necessario evitare l’introduzione di elementi divisivi nel senso comune del popolo con particolare riferimento ai principi della tradizione, dalla vita alla famiglia naturale, alla libertà educativa’, così si legge nel documento firmato tra gli altri da Carfagna, Gelmini, Sacconi. E immediatamente viene da chiedersi in quale paese vivano gli estensori della richiesta di moratoria. La società italiana, i cittadini e le cittadine di questo paese sono infinitamente più evoluti di alcuni che dovrebbero rappresentarli, la vita supera le leggi e proprio su questi temi indica una via chiara al legislatore, una via che parla di estensione dei diritti, di uscita dall’oblio per tante istanze troppo a lungo ignorate”.

“Vogliamo sperare come pare in queste ore – conclude Sinistra Ecologia e Libertà – che la richiesta sia rispedita al mittente, dal Partito Democratico e da tutti coloro che sanno che l’Italia non può più permettersi di rimanere ai margini dell’Unione Europea in tema di riconoscimento e protezione dei diritti civili”.

E fra i tanti interventi giunti in redazione figura anche quello dei Giovani Democratci del Pd ferrarese, “sgomenti di fronte a posizioni ostili e contrarie a questa proposta di legge”. “L’introduzione del reato di omofobia – spiegano – non implica, purtroppo, equiparazione dell’unione omosessuale al matrimonio eterosessuale, non consente ad una coppia gay di creare la propria famiglia; ma mette nero su bianco che a comportamenti offensivi, violenti e discriminatori corrispondono delle conseguenze legali. Un paese che non si dota di una legge di questo tipo consente ad una persona di discriminarne un’altra sulla base di un aspetto della vita privata che non ha alcun tipo di influenza né sul modo di rapportarsi agli altri, né sulla qualità del proprio lavoro”. “Leggere il volantino affisso dal cappellano Don Piccinelli e le posizioni ostili di alcune forze politiche – è il commento dei Giogvani Democratici – riporta il nostro paese indietro negli anni, ingessato su una discussione che non solo non affronta la questione ormai evidente della necessità di dare a tutti gli stessi diritti, ma addirittura si pone il tema se sia giusto o meno considerare reato degli evidenti episodi discriminatori”.

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