Riva del Po
28 Maggio 2013
Scoppia la polemica. Replica l’azienda. Zaghini: “Giù le mani da Miswaco”

Petizione anti-sindacato. La Fiom: “lavoratori condizionati”

di Marco Zavagli | 4 min

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miswacoBerra. I lavoratori lasciano il sindacato fuori dalla porta? “Cose mai viste”. È dura, anzi durissima, la reazione della Fiom di Ferrara alla notizia data dal nostro giornale del ‘caso Miswaco’. Una petizione firmata dalla quasi totalità dei dipendenti della sede di Berra della multinazionale chiede di non avere rappresentanze sindacali (vai all’articolo). “Trovo strano che prima ci siano delle persone che decidono di avere delle rappresentanze e poi scelgono di inibire l’operazione preferendo di fare a meno del sindacato” commenta il segretario provinciale dei metalmeccanici della Cgil Mario Nardini. Che quella petizione lui non l’ha mai vista. “Quello che so è quanto ho letto su Estense.com, ma a questa ricostruzione manca un pezzo”. Un pezzo legato al fatto che “le procedure per le elezioni delle rsu si aprono su iniziativa dei lavoratori, dopo che questi hanno indetto un’assemblea (per discutere anche di un premio di produzione che non sarebbe stato assegnato ad alcuni dipendenti) e dopo aver sollecitato la necessità di eleggere delle proprie rappresentanze. Cosa sia accaduto dopo non si sa”.

Nardini però un’ipotesi ce l’ha. E non si fa scrupolo a dirla: “la Fiom all’interno della MiSwaco conta 16/17 iscritti e quella petizione non è rivolta a noi, visto che non l’abbiamo mai ricevuta. Questa è una operazione contro i lavoratori, non contro il sindacato. Il mio pensiero è che dietro questa operazione c’è l’azienda”.

Un attacco diretto, quello della Fiom, più che un’ipotesi. Ma per Nardini non c’è altra spiegazione: “c’è qualcosa che non torna se un mese e mezzo fa i lavoratori al termine dell’assemblea hanno chiesto di poter costituire le rappresentanze sindacali unitarie. Il passo successivo è stato l’individuazione dei candidati. Si sono aperte quindi le procedure e magicamente è comparsa la petizione. Un cosa simile in tanti anni non l’ho mai vista. Credo che i lavoratori siano stati condizionati”.

Parole molto forti alle quali replica direttamente Miswaco: “la proposta di formare delle rsu era partita da alcuni dipendenti nel quasi completo disinteresse della stragrande maggioranza dei lavoratori – spiega il general manager Renzo Vicentini -. Solo quando hanno capito che anche senza il loro voto sarebbero comunque stati rappresentati da una minoranza si sono attivati. Ecco che è spuntato quel foglio in bacheca, sottoscritto man mano dal 97% dei dipendenti”. Vicentini rigetta ogni accusa di condizionamento, ricordando che “questa società in tutti questi anni si è ampliata, ha assunto persone, dà incentivi ai lavoratori a copertura dell’inflazione e altri benefit. Insomma i nostri dipendenti stanno bene. E quando si sono trovati di fronte al sindacato temevano solo di perderci anziché di guadagnarci”.

Sposa la versione della MiSwaco anche Unindustria con l’avvocato Carlo Carnielli, che segue l’azienda da ormai dieci anni: “conosco bene la società, la serietà del gruppo industriale e il signor Vicentini, e proprio per questo ho motivo di credere che quanto affermano corrisponda al vero”. A conforto della “veridicità e spontaneità dell’iniziativa” c’è secondo Carnielli anche il “tono delle dichiarazioni rese dai dipendenti”. La famosa lettera infatti è sul suo tavolo in via Montebello a Ferrara da venerdì. “Qui il sindacato non si è mai visto – prosegue il rappresentante di Unindustria -. Poi a gennaio c’è stata una prima assemblea e si è partiti con le procedure per le elezioni delle rsu, sulle quali non abbiamo alcun potere di ingerenza. Il nostro compito si limita a mettere a disposizioni le bacheche aziendali e i locali per le votazioni. Nulla di più. Per noi la vicenda finisce qua”.

Dalla parte della società si schiera anche il sindaco di Berra, che bolla le accuse di Nardini come “tesi surreali”. “Giù le mani dalla Swaco – dichiara Eric Zaghini -. Questa è un’azienda che rappresenta l’eccellenza per Berra, per il Copparese e per tutta la provincia di Ferrara non solo dal punto di vista economico, ma anche per le condizioni dei lavoratori. Ho visitato più volte lo stabilimento e ho riscontrato una attenzione spasmodica per la sicurezza, con l’applicazione di misure ben più severe di quanto prevede la legge nazionale. I sindacati evitino di utilizzare l’azienda come terreno di scontro politico”.

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