Cronaca
15 Maggio 2013
I cittadini rimangono fuori, sindaco e tecnici davanti a poche persone

Flop per il primo incontro sulla geotermia

di Redazione | 4 min

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P1020858di Anja Rossi

“Nulla è deciso. È solo da capire che animale sia la geotermia: se è domestico ce lo temiamo, se è una fiera la lasciamo andare”. Con queste parole il sindaco Tiziano Tagliani ha introdotto il primo degli incontri dedicati alla cittadinanza sulla questione geotermia a Ferrara. Ma in sala Estense mancavano proprio i diretti interessati, il comitato dei residenti, che aveva già annunciato la propria diserzione in polemica con le modalità del confronto deciso dall’amministrazione.

“È un impegno che abbiamo preso – spiega subito il sindaco Tiziano Tagliani, che continua – abbiamo voluto partire da zero. Io mi ero impegnato con i cittadini a spiegare cosa è la geotermia, portando il dialogo anche con Hera. Il progetto in sé è lo stesso di Pontegradella, ma in un altro posto: l’unica differenza è ciò che sta sotto e per capirlo serve uno screening. Non possiamo però frammentare la città, perché è un progetto che riguarda tutti noi. Quindi questo progetto si fa solo se la città lo vuole, secondo i criteri di una democrazia partecipativa. Il Comune, dunque, intende attraverso questi incontri dare la possibilità ai cittadini e alle associazioni di fare domande per capire la situazione col più ampio spettro possibile”.

P1020863Di seguito, il geologo e vicepresidente dell’Unione geotermica italiana Bruno Della Vedova è entrato nel dettaglio spiegando tecnicamente la questione e sottolineando come “in molte altre zone fredde dell’Adriatico farebbero carte false per avere quello che offre il terreno ferrarese. È da ben 22 anni che la geotermia qui da voi funziona: secondo me è un imperativo usarla, che si voglia o no, perché bisogna risparmiare fossili e calore; inoltre è la stessa U.E. a spingere affinché le energie rinnovabili abbiano un peso”. Il geologo spiega infine come la geotermia si basi tutta su una questione di profondità “ovvero economicamente interessante e tecnologicamente raggiungibile” e che, essendo rinnovabile, è una fonte pulita, che non richiede combustione, non genera anidride carbonica e soprattutto è continua e costante. Infine, considera come il problema in Italia sia soprattutto di investimento, ovvero nella perforazione necessaria per capire le qualità geotermiche del sottosuolo e, per quanto riguarda Ferrara, “principale sito geotermico in Italia, l’utilizzazione geotermica si rilucerebbe a quella a bassa temperatura, ovvero alla produzione di acqua calda e non di elettricità, servendo in questi casi impianti più piccoli di quelli necessari per le alte temperature e con una prossimità tra impianto ed utenze”.

Fausto Ferraresi del gruppo Hera sottolinea infine come lo stato attuale dell’idea progettuale è che “non abbiamo nessun progetto, perché è prima necessario che questa idea sia condivisa. Solo se Hera avrà il via libera dal Comune daremo via alla richiesta di screening alla Regione per indagare l’area. Se ci sarà il via libera si procederà alla perforazione per la verifica e se l’esito è positivo – ovvero sussistano le condizioni tecniche di temperatura e di quantità d’acqua – allora andremo oltre e faremo il progetto da presentare alla città, valutando anche l’impatto ambientale. Siamo solo all’inizio dell’iter”. Ferraresi, infine, sottolinea come la geotermia a Ferrara serva oltre 50000 abitanti e che la copertura attuale riguardi soprattutto la zona dentro le mura. 970820_10200497108242818_844783753_n“Vorremmo dunque implementare 16000 appartamenti di cui 4000 nella zona est della città. Il termovalorizzatore sarà utilizzato in modo differente a Cassana e per quanto riguarda il P.E.R., su 92 GWh, 83 GWh saranno forniti dalla geotermia e 0 col termovalorizzatore. Inoltre, c’è la volontà del gruppo Hera a costituire un tavolo permanente di confronto e consultazione sul progetto P.E.R., con la coordinazione del Comune”.

Nessuno degli aderenti al Comitato contro la geotermia è entrato invece in sala, come previsto. I manifestanti, rimasti invece in piazza Trento e Trieste a protestare e a distribuire volantini, spiegano perché non fossero davanti alla sala: “le forze dell’ordine hanno chiesto che ci spostassimo per motivi di opportunità, anche se la questura ci aveva dato il permesso per stare in piazza Municipale”. Sottolinea poi il presidente del comitato Marco Piva come il sindaco avesse prima di questi incontri “promesso che si sarebbe adoperato per farci avere il progetto di via Conchetta, invece ci ha mandato solo quelli vecchi di Pontegradella, rendendo così impossibile prepararci tecnicamente per un dibattito. È per questo che noi rimaniamo fuori anche se restiamo comunque aperti al dialogo”.

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