Politica
26 Luglio 2012
Per gli ex Dl si tratta di uso legittimo di risorse destinate ad attività politica

Caso Lusi, Balboni attacca Franceschini

di Redazione | 3 min

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È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

“Alcuni quotidiani hanno pubblicato la notizia che tra i beneficiari del tesoriere della Margherita sen. Luigi Luisi c’era anche Dario Franceschini, al quale sarebbero andati oltre un milione di euro. Soldi con cui Franceschini avrebbe pagato, secondo l’ipotesi accreditata dai detti quotidiani, alcune tipografie proprio nel periodo in cui era candidato alle primarie del Pd. In tal modo Franceschini avrebbe aggirato il limite di spesa ( 250.000 euro) stabilito dal regolamento del suo partito spendendo in realtà tre o quattro volte di più”. Il senatore del Pdl Alberto Balboni rilancia le accuse che piovono sul capo del capogruppo Pd alla Camera da parte de “Il Giornale” e “Libero”, pungolando l’avversario sul suo silenzio in merito alla vicenda che riguarda l’ormai sciolto partito dei Dl.

“Mi aspettavo di leggere oggi la smentita di Franceschini – prosegue il senatore – o quantomeno la sua versione dei fatti (come ad esempio ha fatto Fioroni, anch’egli chiamato in causa per 37.000 euro di multe pagate per lui da Lusi con i soldi della Margherita). Ma niente da fare, Franceschini è rimasto in silenzio”.

“Non un bel segnale” rimarca Balboni, secondo il quale “Franceschini ha il dovere di chiarire come sono stati spesi quei soldi, se davvero per finanziare (indebitamente) la propria campagna per le primarie, fatto che non costituirebbe certo reato ma che sarebbe moralmente censurabile, oppure per altre iniziative, in tal caso specificando quali. Troppo facile invocare trasparenza quando si tratta degli avversari e far finta di nulla quando si è chiamati in causa personalmente”.

Le fatture cui fa cenno Balboni sarebbero state emesse nel 2009 dall’ex tesoriere della Margherita e intestate ad Antonio Giacomelli, collaboratore di Franceschini.

In realtà Franceschini non si era trincerato dietro alcun silenzio. Nei mesi scorsi, non appena il suo nome venne accostato a quello di Lusi, chiarì al “Fatto Quotidiano” che si trattava  di “una menzogna vergognosa e priva di qualsiasi fondamento. Primo: non avevo realmente un euro a disposizione. Secondo: non avrei mai accettato di ricevere una cifra di questa entità perché lo avrei ritenuto immorale, per una primaria. Terzo, c’era un regolamento che lo vietava […]. Sono solo certo che non può essere che una balla. E voglio anche io andare fino in fondo”.

La stessa Margherita, con una dichiarazione congiunta di vari suoi esponenti, tra cui lo stesso Franceschini, interveniva sul punto a fine maggio, per dire che “l’inchiesta nei confronti del senatore Lusi riguarda un’enorme sottrazione di fondi a danno della Margherita per fini di arricchimento privato. È intollerabile confondere questa vicenda, i cui contorni giudiziari sono ormai chiari, con l’uso pienamente legittimo di risorse destinate a un partito per svolgere attività politica”.

“Noi che ci vediamo coinvolti sui giornali, peraltro con voci e cifre attribuite e determinate dallo stesso Lusi – continuava la nota – rivendichiamo di aver sempre agito perché i fondi destinati alla politica fossero usati esclusivamente per svolgere attività politiche. Era nostro diritto, anzi nostro dovere svolgere queste attività. Nostro, come dei dirigenti di qualsiasi altro partito”. “Lo abbiamo fatto – gli esponenti ex Dl – in coerenza con gli obiettivi e gli ideali per cui era nata la Margherita. E ovviamente senza alcun vantaggio o interesse personale”.

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