di Giulia Zago
Comacchio. “La Terza Repubblica nascerà da Comacchio”. Sono queste le parole di Beppe Grillo, a chiosa del discorso del candidato sindaco Marco Fabbri. E dal canto suo il giovane grillino, che si affaccia al ballottaggio contro Pierotti, risponde dal palco alle accuse, sia a quelle vere che a quelle false, arrivategli addosso in questi ultimi giorni di campagna elettorale. In parte lo ha già fatto stando “in piazza a parlare con gli elettori per farsi carico dei loro problemi, senza dare false speranze e senza promettere cose impossibili da realizzare”.
Intanto la prima impresa, già realizzata, è stata quella di dare del M5S “la prima forza politica di Comacchio”, una forza politica “basata sul dialogo con gli elettori, una forza che parte dal basso”.
Il candidato – che avrebbe preferito vedersela al ballottaggio più con Lealini o Cavallari, due suoi coetanei dalle idee e punti di vista molto in linea con i suoi, che con Pierotti, “un personaggio stanco e troppo sdraiato sulle lobby locali” – inizia a parlare proprio del suo avversario, che in questi giorni lo attacca per la sua “inesperienza” evidenziando subito come, in un momento come questo, l’inesperienza non possa essere altro che “un valore aggiunto”.
Proprio in merito a ciò, Fabbri ricorda quanto il programma della prima elezione di Pierotti, “scritto probabilmente non da lui, ma dal suo partito che allora lo sosteneva”, fosse molto simile al suo, evidenziando subito pero il suo “non sia mai stato rispettato”.
Sulla presentazione, poi, della squadra di Giunta di Pierotti, Fabbri ritiene che la sua composizione non sia altro che il risultato di “un conflitto di interessi”: “una spartizione della torta” tra persone che quattro mesi fa si sono “messe a tavolino”, per assegnarsi i ruoli in base “ai propri interessi”. Nonché un gesto di “chi si sente già la vittoria in tasca”, a differenza sua e del M5S, che non hanno presentato un’ipotetica giunta che solo in caso di vittoria “verrà costituita ascoltando gli elettori”.
Fabbri ripete che la sua scelta in queste settimane è stata quella di “stare in mezzo alla gente”.
E parlando del confronto sul turismo chiesto dall’Ascom, al quale non ha partecipato, evidenzia come lui non abbia mai avuto risposta alla sua domanda di espanderlo ad altre tematiche, dalla sanità al sociale, dalla pesca all’agricoltura.
Fabbri ci tiene a sgomberare il campo dalle “notizie false messe in giro ad arte”. A partire dal fatto che “non è assolutamente vero che, in caso di vittoria del M5S, la caccia verrà vietata o che le cooperative dei vongolari saranno penalizzate: non siamo scemi, non verrà tolto il lavoro a chi ce l’ha già, ma verrà opportunamente regolamentato nell’interesse generale”.
Su uno dei temi più scottanti, la difesa dell’Ospedale San Camillo, il candidato s’impegna, in caso di vittoria, a “convocare al più presto un consiglio comunale straordinario con i vertici di Regione, Provincia e aziende sanitarie dedicato a garantire la sua indispensabile salvaguardia”.
Infine, il grillino, dopo avere garantito che “non mi farò mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da Grillo (“che posso mandare a ‘fanculo quando voglio”), chiude il suo discorso con un richiamo alla “promozione culturale come condizione di rilancio in particolare del centro storico, ora, spento a causa della grande distribuzione e del turismo in generale”.
“La campagna elettorale del M5S – chiude Fabbri – continua a crescere d’intensità partendo dal basso, stando in mezzo a quei tanti cittadini che si sentono ormai stanchi di una politica fatta solo in nome di interessi personali”.
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