I documenti e i gioielli sequestrati dalla squadra mobile
Aveva fatto incetta di oro nelle gioiellerie. L’aveva pagato con assegni a vuoto, intestati a una inconsapevole donna spagnola, della quale aveva carta d’identità e passaporto, e li aveva rivenduti intascandosi i soldi. Questo, secondo l’accusa, il modus agendi di Gloria Magri, ferrarese di 57 anni, denunciata oltre un anno fa dalla squadra mobile di Ferrara per truffa, sostituzione di persona e ricettazione.
Ieri c’è stata la sentenza, che ha visto il giudice Alessandro Rizzieri, accogliere la richiesta del pm onorario Renzo Simionato e condannare la donna (difesa dall’avvocato Massimo Soffritti) in patteggiamento a un anno e otto mesi, oltre a 200 euro di multa.
Nel marzo del 2011 la 57enne era stata vista da una pattuglia della polizia entrare in una gioielleria del centro di Ferrara. Il volto era già conosciuto agli agenti (a suo carico c’erano infatti precedenti per reati contro il patrimonio).
Alla negoziante aveva offerto un collier in oro del valore di circa duemila euro. La polizia è entrata e ha chiesto alla titolare della oreficeria, che si era già insospettita, cosa stesse succedendo. Alla richiesta dei poliziotti Gloria Magri ha esibito i documenti, intestati a una donna spagnola, che risultavano rubati tempo addietro in Spagna.
Dalle indagini della Mobile, coordinata dal comandante Andrea Crucianelli, emerse che grazie a quei documenti la donna aveva aperto un contro alle Poste. Tramite il libretto degli assegni pagava i vari gioielli che poi rivendeva subito dopo in un altro luogo. Gli assegni facevano riferimento a un conto scoperto. Insomma, il gioiello si era rivelato l’unica cosa autentica di tutta la vicenda.
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