Una condanna e una assoluzione per il poliziotto della questura di Ferrara accusato di favoreggiamento e omissione di atti d’ufficio. Vittorio Ravaglioli era accusato di aver assistito a una rissa e di non aver denunciato il fatto.
Tutto nasce una notte del 29 marzo 2009. Alcuni ragazzi, reduci da una festa di laurea, entrano nel Bar Giovecca, a 50 metri dall’ospedale. Sono circa le 4.30-5. Qui ci sono altre persone. Due ragazze e tre o quattro uomini, a seconda delle testimonianze.
Da una parola di troppo o da una battuta poco felice si crea tensione tra uno dei giovani appena arrivati e un avventore. Vengono separati e proprio mentre la vicenda sembra finita e i due nuovi arrivati se ne stanno per andare, il primo si vede arrivare un pugno sul naso. L’amico fa appena in tempo a vederlo sanguinare che viene atterrato con una testata. Cade sopra una vetrata che va in frantumi.
Escono dal bar, dove li aspettano altri amici e in quel mentre vedono le due auto – una Bmw e una Jeep – parcheggiate fuori dal bar ripartire “sgommando”, come hanno ricordato ieri davanti al tribunale collegiale di Ferrara. Gli amici riescono però a prendere le targhe. Una di queste ricondurrà all’odierno imputato.
Nel frattempo i due malcapitati si fanno medicare al pronto soccorso. Rimedieranno 20 e 30 giorni di prognosi. Le prime indagini della squadra mobile portano all’identificazione di quello che sferrò il pungo e la testata, al momento sotto processo. Quelle successive all’imputazione del poliziotto.
Al termine del dibattimento il pubblico ministero ha chiesto un anno complessivo di condanna per i due capi di imputazione. I giudici hanno deciso in modo parzialmente diverso: un anno di pena ma solo per omissione. L’agente è stato infatti assolto con formula piena dal reato più grave, quello di favoreggiamento.
Un esito alla fine dei conti soddisfacente per il difensore, l’avvocato Gianluigi Pieraccini, che però avanza delle riserve sull’omissione: “dal nostro punto di vista sarebbe stato più congruo derubricare il reato in omessa denuncia. Comunque attenderemo le motivazioni per poi impugnare la sentenza”.
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