Eventi e cultura
15 Novembre 2011
All’Apollo l’anteprima nazionale dell'ultimo film del regista, Midnight in Paris

Woody Allen e Ferrara, il filo rosso degli ‘Anni folli’

di Redazione | 3 min

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La scena iniziale di Midnight in Paris con il ponte giapponese protagonista del dipinto di Monet in mostra a Palazzo dei Diamanti a Ferrara

Il prossimo 1 dicembre Ferrara ospiterà un evento eccezionale: in anteprima nazionale verrà proiettata alle 20.30 al Cinema Apollo l’ultima pellicola di Woody Allen, Midnight in Paris, in concomitanza con la mostra Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí. 1918-1933. L’esposizione, aperta al Palazzo dei Diamanti di Ferrara sino all’8 gennaio, è dedicata proprio al mito di Parigi negli anni Venti e offre un affascinante contrappunto pittorico alle vicende del film del maestro newyorkese.

Il film – interpretato da un cast d’eccezione che comprende Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kathy Bates, Adrien Brody e Carla Bruni – è un omaggio di Woody Allen alla ville lumière: «il mio desiderio era mostrarvi la mia Parigi e i sentimenti che provo per questa città».

L’intreccio del film prende spunto dal soggiorno a Parigi di una giovane coppia di americani, per poi focalizzarsi sul grande amore del protagonista Gil per una città la cui storia leggendaria è talmente vitale e palpabile da lasciar spazio ai sogni più ambiziosi. La capitale francese riaccende infatti in lui il desiderio di seguire le orme dei grandi scrittori americani che furono protagonisti del fermento parigino degli anni Venti.

Quest’aspirazione prende forma in un imprevedibile ed entusiasmante viaggio nel tempo, in quegli “anni folli” rievocati nell’omonima mostra ferrarese che fecero di Parigi l’epicentro mondiale della creatività e della voglia di vivere. È così che Gil incontra, uno dopo l’altro, i miti letterari e musicali della propria giovinezza – da Hemingway a Scott Fitzgerald fino a Cole Porter – e, accanto ad essi, alcuni degli autori dei capolavori esposti a Ferrara.

Sono numerose le sequenze del film di Allen che rievocano quel cocktail esplosivo di talenti artistici protagonisti della rassegna a Palazzo dei Diamanti. Ad esempio, sia la narrazione cinematografica che la mostra ferrarese prendono le mosse dall’ultima, rivoluzionaria stagione creativa di Monet consacrata allo stagno di ninfee con ponte giapponese. Si sviluppa poi, in una successione di scene irresistibili, un caleidoscopio di incontri inaspettati: Picasso in persona difende di fronte a Gertrude Stein la propria svolta surrealista dei secondi anni Venti, una tendenza anticipata già nelle forme voluttuose della straordinaria tela Chitarra, bicchiere e fruttiera esposta a Palazzo dei Diamanti; subito dopo un’amante e modella di Picasso evoca la “leggenda” di Modigliani, il genio sregolato scomparso all’inizio del decennio che fu un pioniere del moderno classicismo “anni venti”, con tele come il Nudo, icona della rassegna ferrarese; e poi ancora Man Ray, Buñuel e Dalí, con loro Gil intreccia un dialogo esilarante sulla propria situazione paradossale, del tutto in linea con il carattere ironico, irrazionale e fantastico delle creazioni dei suoi interlocutori, con le quali si chiude la mostra a Palazzo dei Diamanti.

Il clima cosmopolita e liberale, i locali frequentati da artisti e scrittori, la magia degli scorci parigini sono gli ingredienti di quell’atmosfera unica di “festa mobile”, come la definì Hemingway, che non cessa di incantare: «per quanto ne sappiamo Parigi è il luogo più bello dell’Universo», afferma Gil, e il film di Allen e la mostra ferrarese  ce ne danno spettacolare conferma.

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