28 Giugno 2011
È il risultato della manifestazione “Un calcio per la ricerca” che ha raccolto i fondi necessari

Metodo Zamboni, 3.600 euro per adottare un paziente

di Redazione | 3 min

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Lo sport aiuta la terapia Zamboni e raccoglie 3.600 euro per “adottare” un paziente. È il risultato della manifestazione “Un calcio per la ricerca”, andata in scena sul prato dello stadio “Bellini” di Portomaggiore lo scorso 21 maggio.

La manifestazione, patrocinata dal Comune portuense e realizzata in collaborazione con la Proloco locale, aveva come scopo la raccolta di fondi per supportare l’associazione onlus “Ccsvi nella Sclerosi Multipla” e il lavoro del prof. Paolo Zamboni sulla correlazione tra insufficienza venosa cronica cerebro spinale e sclerosi multipla.

Negli uffici della direzione generale del Sant’Anna di Ferrara lo stesso  Zamboni e Gabriele Rinaldi, direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria, hanno presentato il risultato di quella serata che ha saputo coniugare sport e solidarietà.

“La manifestazione è nata dall’idea di Antonella Bovi e della figlia Elisa – spiega il ricercatore -, insieme all’aiuto di Francesca Fabbri e di Chiara, a cui si aggiunge la testimonianza di Gabriele Foschini, operato nel 2007 dal prof. Zamboni e oggi completamente ristabilito”.

“Oltre al torneo di calcio, alla cena e alla lotteria – aggiunge Rinaldi – la manifestazione è stata una importante occasione per sensibilizzare e informare le persone sulla sclerosi multipla e sugli sforzi che si stanno compiendo all’ospedale di Ferrara per riuscire a trovare una cura efficace a questa malattia che colpisce circa 3000 persone nella sola provincia di Ferrara”.

La cifra raccolta di 3600 euro permetterà di adottare un paziente e di sottoporlo alla cura sperimentale del prof. Zamboni e successivamente di monitorarlo per un periodo di 18 mesi.

Questo all’interno del protocollo di sperimentazione che vede l’identificazione di 10 centri medici disposti in 6 regioni e un rigoroso studio sugli effetti del metodo del Professore.

Lo studio multicentro, che vede il polo di Ferrara come base di coordinamento, prevede che ogni ospedale segua un minimo di 30 pazienti sottoposti a intervento chirurgico e al successivo studio degli effetti sul paziente.

Perché ovviamente non basta per la comunità scientifica il successo ottenuto dal Prof. Zamboni con Gabriele: “è necessaria una approfondita sperimentazione – prosegue il direttore del Sant’Anna – per valutare, caso per caso, gli sviluppi sui singoli pazienti, per poter giudicare un metodo che è inserito nelle sperimentazioni del Ministero della Salute degli Stati Uniti”.

Quasi tutti i centri individuati stanno completando i corsi di formazione per l’applicazione dei protocolli di ricerca e con la fine del mese di settembre la sperimentazione partirà a tutti gli effetti.

Il direttore dell’Ospedale S.Anna Gabriele Rinaldi si è complimentato calorosamente con gli artefici dell’iniziativa ricordando che “i fondi che sono stati raccolti nella manifestazione e i proventi che in futuro verranno donati, sull’apposito conto corrente, alla sperimentazione del prof. Zamboni, sono considerati “donazioni modali” e quindi possono essere utilizzati esclusivamente nel quadro di studi sulla malattia senza la possibilità di un loro trasferimento ad altra causa”.

L’adozione di un paziente da parte del Comune di Portomaggiore si aggiunge all’adozione fatta dal Comune di Vigarano e alla raccolta di fondi per sostenere il percorso di cura da parte di soggetti privati come L’Officina Ferrarese e la Palestra Millennium.

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