(foto Giori)
“Mi trovavo a Predappio il 30 ottobre per visitare, con alcuni amici, la mostra ‘O Roma, o morte – Un secolo dalla marcia’, patrocinata fra gli altri da Rinascimento-Vittorio Sgarbi”.
Alcide Mosso, il consigliere della Lega di Ferrara, spiega la sua presenza al corteo con gli Arditi, tra bandiere tricolore, saluti romani e camicie nere che intonano ‘Faccetta nera‘, diretti verso la cripta del Duce.
Quanto all’esposizione che ha catturato l’interesse dell’esponente della maggioranza di Alan Fabbri, “si tratta di una mostra non celebrativa, che ricostruisce il clima dell’epoca e che presenta numerosi documenti ed opere di artisti come Sironi, Thayat e Bertelli. Questa mostra, fra l’altro termina il 6 novembre prossimo”.
E la sua partecipazione, “dettata solamente da interessi culturali, era anche legata ai prossimi eventi preannunciati da Vittorio Sgarbi in relazione alla figura di Italo Balbo”.
A quel punto, ricostruisce Mosso, “trovandomi in loco ho anche assistito, come semplice spettatore, con curiosità (perché non avrei dovuto?) a margine di un corteo di presunti arditi (dico presunti perché gli arditi veri sono defunti da tempo)”.
Il leghista sostiene che era presente “come i molti giornalisti che hanno effettuato riprese o scattato foto e – come può notare chiunque sia in buonafede – non indossavo la camicia nera né tenevo atteggiamenti che possono riferirsi a ideologie del passato. Il servizio d’ordine presente poi ci obbligava a stare in una sola metà della carreggiata”.
“Avevo appuntamento sul piazzale del cimitero, in disparte rispetto i manifestanti – aggiunge -, per proseguire in auto fuori dal paese in quanto non volevamo unirci ai partecipanti al corteo”.
Mosso conclude con una punta di sarcasmo: “Mi chiedo infine se, per andare a visitare una mostra, occorra chiedere un lasciapassare o precisare anzitempo le proprie intenzioni per evitare illazioni e commenti del tutto fuor di luogo e forse pure in malafede”.
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