“Sarà stato redarguito da chi, più alto in grado, ha subodorato la sollevazione dell’opinione pubblica dopo essere stato tempestivamente ripreso sui social dalla nostra consigliera Anna Ferraresi?”. A chiederselo è Licia Barbieri, coordinatrice provinciale di Italia Viva, a proposito del consigliere della Lega Alcide Mosso e delle due interrogazioni su interruzione di gravidanza e cambiamento di sesso depositate e poi ritirate.
Ma “il fatto che siano state ritirate, non scalfisce affatto la gravità della sua richiesta – aggiunge Barbieri -. Soprattutto in considerazione che il consigliere non è nuovo a simili bordate e già in altre occasioni ha manifestato la sua indole autoritaria, incapace di riconoscere libertà di pensiero e di azione ai suoi concittadini. Nonché la volontà esplicita di determinarne o confinarne le espressioni e il percorso di vita”.
Italia Viva ammette che non si può fare “il parallelo con quanto sta avvenendo in parlamento in questi giorni, dove sono stati presentati disegni di legge e interrogazioni, anch’essi duramente contestati e visti come un tentativo di aggirare la legge 194 e limitare la libertà di autodeterminazione delle donne”.
Ma Italia Viva si chiede comunque “come la nostra città si posiziona su queste tematiche e come essa si colloca, visto che il report regionale del 2021 mette in evidenza Ferrara come una delle province con la più alta percentuale di ginecologi obiettori con quasi il 70%. Una percentuale per quanto ci riguarda spaventosa”.
“Quindi, sorprendentemente, Mosso – conclude – ha sollevato una questione anche interessante, poiché la strada per garantire a tutti un diritto inalienabile deve essere costantemente monitorata indipendentemente da come Mosso si sveglia la mattina”.
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