Salute
27 Settembre 2022
L'importanza del Bilancio di Genere: la disparità non riguarda solo il benessere dei dipendenti ma ha anche ricadute sulla salute della popolazione e sulla ricerca

All’Ausl tre quarti del personale è donna, ma fa più fatica a far carriera

di Redazione | 5 min

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La dg dell’Ausl Monica Calamai

Il 74% dei 3000 dipendenti dell’Azienda Usl di Ferrara è donna. Eppure una professionista donna, rispetto a un professionista uomo, ha una retribuzione minore e fa più fatica ad arrivare alle posizioni apicali. È solo uno degli aspetti emersi dal  Bilancio di genere per l’anno 2021 che l’Azienda Usl di Ferrara ha appena pubblicato.

Il documento che ha messo in evidenza le ricadute sulla salute della popolazione, sulla ricerca, oltre che sui dipendenti dell’azienda è stato al centro del nuovo appuntamento con Salute Focus Ferrara (format web a cura dell’Azienda Usl condotto da Alexandra Boeru) con Silvia Foglino (staff della direzione generale), Cinzia Pizzardo (presidente Comitato unico di Garanzia) e Rosa Maria Gaudio (direttrice del Centro Universitario Studi Medicina Genere Unife).

Ad introdurre il tema la direttrice generale dell’Ausl Ferrara, Monica Calamai che ha voluto fortemente che il Bilancio venisse realizzato, facendo dell’azienda sanitaria locale una delle poche e delle prime realtà pubbliche ad adottarlo, istituendo a marzo 2022, con un’apposita delibera, un gruppo di lavoro con il compito di redigerlo.

“Un bilancio che – sostiene Calamai – deve sì fare una fotografia di quello che c’è ma anche fornire elementi che possano portare ad avviare delle azioni concrete sia all’interno dell’azienda che in termini di politiche sanitarie. La direttrice Calamai ha anche evidenziato che presto anche l’Azienda Ospedaliero Universitaria, di cui oggi è commissaria straordinaria, sta avviando lo stesso percorso sul Bilancio di Genere, con l’obiettivo, a fusione delle due aziende avvenuta, di averne uno unico”.

Ad entrare nel merito del lavoro svolto, spigando di fatto cos’è il Bilancio di Genere, è stata Silvia Foglino, dello staff della direzione generale. “Il Bilancio di Genere è uno strumento di rendicontazione della situazione maschile e femminile, che utilizziamo per fotografare quando avviene nella nostra azienda. È uno strumento anche di trasparenza – precisa – con l’obiettivo di individuare eventuali discriminazioni e agire di conseguenza per promuovere le pari opportunità”. “Per la redazione del Bilancio c’è stata una grande partecipazione e sensibilità da parte dei professionisti dell’Azienda Usl, con un approccio inclusivo e la creazione di una vera e propria cabina di regia. Tutto il processo – afferma ancora Silvia Foglino – si è svolto con un metodo allargato consentendo a chiunque volesse dare un contributo, di poterlo fare.” “Il Bilancio di Genere però non deve essere una fotografia fine a se stesso. L’Azienda – ancora Foglino – deve essere analizzata non solo come datrice di lavoro ma anche come erogatrice di servizi e sono molti quelli che abbiamo analizzato sotto il punto di vista del “genere”, dall’attività di ricovero a quella ambulatoriale fino agli screening. “Da questi ad esempio – mette ha mette in evidenza – emerge con forza come le donne rispondano molto bene agli screening femminili, ma anche che le donne rispondono meglio degli uomini allo screening del colon retto. Questo, precisa la Foglino, ci dice che le donne sono più abituate ad aderire a delle azioni di screening e sui maschi occorre mettere in atto strategie informative e di comunicazione mirate per incentivarne la partecipazione”.

Un altro esempio è quello sull’abuso di alcol. Dall’analisi è emerso che c’è un trend costante, senza calo, per le donne, contrariamente a quanto sta avvenendo per gli uomini dove invece si registra un calo del consumo. Allo stesso modo si evidenzia una percentuale media più alta di abuso da alcol nelle donne, in provincia di Ferrara, rispetto al resto dell’Italia. E Foglino evidenzia: “Questo ci dice che dobbiamo indagare il fenomeno in maniera approfondita e mettere in campo eventuali azioni per promuovere un cambiamento”.

A far capire l’importanza di un approccio di genere, fin dalla ricerca, è stata invece Rosa Maria Gaudio (Unife): 
“La medicina di genere intesa come nuovo approccio si occupa proprio del genere da un punto di vista di ricerca scientifica. Purtroppo – sottolinea Gaudio – numerosi studi ancora oggi non prendono come riferimento le differenze biologiche che ci possono essere tra uomo e donna”. E ancora Gaudio: “Differenze estese a tutti gli organi, sistemi e apparati del corpo ed intese anche in termini di comportamenti e “reazioni” alle malattie. Per avere un nuovo approccio e un nuovo sguardo si dovrebbe modificare il “riferimento standard” della ricerca che ancora oggi prevede, in modo standardizzato, l’uomo e l’uomo adulto”. E spiega il rischio del vecchio approccio: “Creare inappropriatezza dal punto di vista clinico, diseguaglianze e ingiustizie di tipo terapeutico e preventivo. Partendo dal Bilancio di Genere, invece, la ricerca fa anche un tentativo formativo dei professionisti, dando una metodologia nuova, diversificata e più equa.”

Un ulteriore ruolo nella partita della lotta alle discriminazioni, intese a 360 gradi e non solo tra uomo e donna, lo gioca il Comitato unico di garanzia (CUG). “Si tratta di un comitato paritetico – dichiara la presidente del CUG Ausl Cinzia Pizzardo – con le stesse rappresentanze di tutto il personale dirigente e del comparto, in termini aziendali, sindacali e naturalmente di genere. E’ uno strumento per rendere chiare le diverse anime che formano l’azienda”.

Il comitato ha anche compiti propositivi su tematiche sul benessere fisico, psicologico e sociale di tutti i professionisti, e tutela le pari opportunità per tutti. “Ed è qui – prosegue Piazzardo – l’aggancio con il Bilancio di Genere. Sicuramente le differenze di genere sono presenti ancora nella nostra organizzazione, il gap ancora oggi è la parte economica, ma anche in altri ambiti che impattano con la vita privata. Ad esempio il 95% dei permessi sono richiesti da donne, così come la maggioranza dei part time.”

“Tutto quello che emerge dal Bilancio di Genere – evidenzia infine la direttrice Calamai – pone una riflessione complessiva che deve vedere una sinergia con le istituzioni locali, perché da soli diventa più difficoltoso. Noi comunque abbiamo diverse azioni che stiamo mettendo in campo in particolare per tutela del percorso di carriera delle donne che hanno periodi di fermo per la maternità. L’obiettivo è rendere la nostra un’azienda moderna dove ci sia equilibrio coerente tra lo stare al lavoro e la vita delle persone, tutelando, ha concluso Calamai, il benessere complessivo di ciascun lavoratore e lavoratrice”.

Per chi volesse consultarlo il Bilancio di Genere è scaricabile dal sito di AuslFE, sono stati redatti manifesti che saranno collocati in tutte le sedi aziendali con un QR code che rimanda a tale link; e anche tramite la recente APP di AuslFE è possibile accedere e scaricare il documento.

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