Comacchio
21 Settembre 2022
E' contenuta in un'interrogazione in Regione del capogruppo di Rete Civica-Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi. L'idea è quella di realizzare un centro ittiogenico alimentato da energie alternative

Una proposta per recuperare l’ex Sivalco a Lido Spina

di Redazione | 2 min

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Marco Mastacchi

Comacchio. Il capogruppo di Rete Civica-Progetto Emilia-Romagna, Marco Mastacchi, ha presentato in Regione un’interrogazione per chiedere di intervenire per il recupero e il riutilizzo dell’impianto pilota sperimentale di allevamento intensivo in vasca di specie ittiche pregiate di Valle Campo, un’oasi incontaminata a due passi dalle spiagge dei Lidi di Comacchio. 

A Valle Campo, nel cuore del comprensorio vallivo lagunare di Lido di Spina, si trova lo scheletro di una struttura che, all’inizio degli anni ’70, avrebbe dovuto rilanciare nel mondo l’immagine di Comacchio quale città pescosa e regno dell’anguilla. La gestione di questo impianto sperimentale, divenuto poi centro ricerche, era stata affidata alla ex Sivalco spa, che vedeva insieme Regione, Comune, Provincia, Ersa e Sopal. Oggi, del progetto pilota di allevamento intensivo in vasca di specie ittiche pregiate, rimangono solo i ruderi di un impianto abbandonato dal 1996, con le sue coperture in eternit. All‘interno della struttura sono ancora presenti alcune marrette, imbarcazioni tipiche lagunari, impiegate nei secoli scorsi per trasportare le anguille alla Manifattura dei Marinati, oltre alle vasche in cui vengono allevate in cattività le anguille e ad apparecchiature e strumenti che non sono stati recuperati dopo il fallimento.

L’impianto, gestito dal 1973 e sino al suo fallimento dalla Sivalco, società d’itticoltura di Comacchio, sorge lungo il percorso ciclabile che attraversa Valle Campo ed è ormai in una situazione di abbandono totale, avvolto da una vegetazione selvaggia che contrasta con la bellezza della valle, oggi meta sempre più frequentata da villeggianti e visitatori stupiti di trovarsi improvvisamente di fronte a un “fantasma” di pietra dalle tettoie ondulate.

Lo spazio – secondo Mastacchi – si presterebbe alla realizzazione di un centro ittiogenico per lo studio e il pre-ingrasso dei molluschi, alimentato da celle fotovoltaiche e che potrebbe sorgere negli spazi dell’ex impianto pilota. Valle Campo potrebbe diventare la sede dell’acquacoltura e della vallicoltura in ambito ecologico, turistico, enogastronomico e didattico per la salvaguardia dell’anguilla europea del territorio. La formazione di nuovi vallicoltori nella zona e la possibilità di fare reddito, soprattutto durante i periodi di fermo, con friggitorie a km zero e con itinerari turistico-ambientali-gastronomici guidati, rappresenterebbe la possibilità di riscatto per quest’area depressa.

Mastacchi chiede alla Giunta se e come intende attivarsi per riqualificare l’area dell’impianto pilota dell’ex Sivalco di Valle Campo e se non ritenga opportuno riutilizzare la struttura per realizzare un centro ittiogenico alimentato da energie alternative. Chiede inoltre se intende impegnarsi per far diventare quest’area depressa una fonte di reddito, grazie a nuovi itinerari turistico-ambientali e gastronomici in cui includerla.

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