Economia e Lavoro
10 Luglio 2022
L'attacco del presidente comunale di Confesercenti, Alessandro Orsatti: "A pagarne ancora una volta il prezzo maggiore saranno i più fragili, i negozi di prossimità che già da anni stanno combattendo una battaglia impari contro queste mega strutture"

“Un nuovo ipermercato a ridosso delle mura non è riqualificazione”

di Redazione | 3 min

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Alessandro Orsatti

“Leggere dell’interesse privato a interventi importanti su aree pubbliche per la loro riqualificazione è sempre una buona notizia. Ben vengano quindi gli interventi sull’area ex caserma e di viale Volano. Ma ci chiediamo come possiamo ritenere riqualificante la costruzione di un ipermercato a 100 metri dalle mura rinascimentali della città”.

Commenta così Alessandro Orsatti, presidente comunale di Confesercenti Ferrara, a proposito del progetto Feris, che poi aggiunge: “Sembra di vivere la continuità di quanto avvenuto in passato quando non si è mai resistito al richiamo delle sirene della Gdo, che hanno fatto della nostra città quella con il maggior numero di ipermercati della Regione. Ritorna così la prospettiva di un nuovo insediamento, che sta avvenendo, gravemente, senza alcun confronto con le categorie e ancora una volta la si vuole presentare come opportunità per la creazione di nuovi posti di lavoro”.

Orsatti aggiunge: “Si tratta di una giustificazione priva di reale fondamento: in un contesto di calo dei consumi e calo demografico questi nuovi posti significheranno la perdita di almeno altrettanti in altre attività, senza considerare che le risorse generate dalla Gdo non rimangono sul territorio a differenza di quelle che vengono generate dalle attività locali, se così fosse vista la forte penetrazione di queste attività nella città vedremo sicuramente girare maggiore ricchezza”.

“A pagarne ancora una volta il prezzo maggiore – sottolinea – saranno i più fragili, i negozi di prossimità che già da anni stanno combattendo una battaglia impari contro queste mega strutture che non hanno portato altro che cementificazione e desertificazione nella città. Un dato su tutti: da un ultima ricognizione che abbiamo fatto come Confesercenti, il nostro centro conta ben 58 vetrine chiuse. Il commercio in centro, sia fisso che ambulante, non deve essere considerato un effetto collaterale”.

Il tema della rigenerazione urbana è di grande interesse per la Confesercenti, non a caso – spiega Orsatti – “nell’autunno dello scorso anno abbiamo organizzato un convegno su questo tema in collaborazione con i docenti di urbanistica alle università di Ferrara Bucci e Tagliaventi. Le principali città europee hanno da tempo abbandonato un modello di sviluppo inefficiente nell’uso del territorio, antiecologico e che rischia di lasciare gravi cicatrici sul territorio in caso di insuccesso”.

“È imprescindibile – evidenzia – trarre insegnamento da quanto sta accadendo nelle grandi città europee ma anche italiane – dove è già iniziata la moria delle grandi superfici di vendita e si stanno portando avanti progetti di valorizzazione dei quartieri. L’obiettivo da perseguire deve essere
quello di rinnovare la vitalità del contesto urbano, nel quale cittadini, turisti e studenti possono soddisfare i propri bisogni nel raggio di 15 minuti a piedi e ridurre l’utilizzo dei mezzi di trasporto a quando realmente necessari, e non come necessità determinata da reiterate politiche di desertificazione commerciale. Per questo come Confesercenti esprimiamo fortemente la nostra contrarietà ad un nuovo insediamento di un ipermercato alle porte della città”.

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