Cronaca
14 Luglio 2022
La denuncia di un 47enne ferrarese che si è indebitato per investire oltre 80mila nel trading online e che ora non riesce a riavere i suoi soldi. Tutto ha inizio in un ristorante della provincia

“Truffato dal broker di criptovalute”

di Daniele Oppo | 8 min

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Il sogno, forse un po’ folle, di comprare un piccolo aeroplano per poter portare in volo le persone disabili. L’abbaglio di poterlo fare guadagnando tanti soldi e facilmente, troppo facilmente. Il timore molto fondato di aver perso tutto e di essere ora nei guai fino al collo, perché quel denaro investito nel trading online ora è bloccato in un conto virtuale in cui le disposizioni le può dare solo il broker, che però è ‘scomparso’.

È la storia di un uomo 47 anni, residente in provincia di Ferrara, che ha perso il controllo di oltre 80mila euro suoi – ottenuti tramite un finanziamento da 50mila euro e la cessione del quinto per 30mila euro – oltre che di 65mila euro della madre e altri 18mila euro della sorella.

L’uomo che vive di rendita. “Mio nipote lavora in un ristorante – racconta l’uomo, che ha già denunciato tutto alla polizia e che abbiamo incontrato nello studio del suo legale, l’avvocato Simone Bianchi, e di cui manteniamo l’anonimato – e mi ha detto che c’era un signore che andava lì tutti i giorni in compagnia di una donna e che si era licenziato dal lavoro e viveva di rendita”. Decide di volerne sapere di più, si incontrano a febbraio di quest’anno e l’uomo del ristorante gli spiega che è un gioco da ragazzi: basta investire il denaro in certe transizioni e si ottiene un interesse da sogno, il 10% mensile. Parole, ma l’esca è lì e si agita succulenta: gli fa vedere i suoi conti correnti e quelli della sua compagna: “Avevano un saldo di circa 600mila euro ciascuno”, “mi diceva che gli facevano avere circa 30-33 mila euro al mese”.

Il broker dalla Germania. L’acquolina è tanta, l’uomo del ristorante è generoso e vuole che tutti possano cibarsi dalla lauta mensa dove si serve lui – perfino i gestori del locale, ci racconta la vittima, hanno investito -, e lo mette in contatto con il broker delle meraviglie. Ha nome italiano, cognome straniero e parla con un accento slavo, racconta il 47enne. È il broker che chiama, usa un numero che ha un prefisso tedesco (+49), perché vive a Francoforte, in Germania, o almeno così è la storia.

Criptomonete. Gli spiega come funziona: si fa trading online di criptomonete. Si investe e si specula sul fenomeno del momento che proprio in questi mesi sembra mostrare la sua essenza di bolla pronta a scoppiare e che alcuni esperti, come Fabio Panetta della Banca Centrale Europea, non esitano a definire un Far West, un grande schema Ponzi, un meccanismo piramidale. Ovviamente non c’è un contratto, nessun vincolo, non ci sono firme, non ci sono valutazioni del rischio, non c’è nulla. Dovrebbe esserci il sospetto, ma la prospettiva di guadagno facile spesso e volentieri fa abbassare tutte le difese immunitarie e mette a tacere i campanelli d’allarme, che pure non mancano in questa storia.

Il primo investimento. Il broker è convincente come lo sono i conti in banca dell’uomo del ristorante. Il 47enne ha pochi soldi, inizia con 250 euro. Li investe tramite Coinbase e Crypto, piattaforme legali di acquisto e vendita di Bitcoin e altre criptovalute. Ma è il broker ad aprirgli gli account e lo fa in un modo particolare, tramite il software Anydesk col quale, da remoto, controlla il telefonino e il computer del ferrarese e compie tutte le operazioni necessarie. Il broker gli dà l’accesso anche a un’altra piattaforma, quella di trading vero e proprio, dove controllare e parzialmente gestire il proprio capitale investito: si chiama Mtp. Online è una piattaforma conosciuta ed è segnalata come non affidabile. Il punto di accesso è mtps.expert, indirizzo che aggiunge una sola “s” – per il resto è identico – al sito mtp.expert, che la Consob ha inserito nella blacklist dei siti internet che offrono abusivamente servizi finanziari e che sono stati oscurati in Italia. Mtp gli offre la possibilità di vedere l’investimento, in teoria anche quella di ritirare il denaro e accreditarlo sul proprio conto, ma l’operazione va approvata, ed è solo il broker a poterlo fare. All’inizio va tutto bene, i 250 euro trasformati in Bitcoin diventano presto più di 600.

Soldi in prestito. Poi si arriva al doppio salto di qualità. Il ferrarese e il broker affrontano l’argomento aeroplano, il progetto per regalare momenti di gioia alle persone disabili, ma richiede un investimento enorme, un affare impossibile per il 47enne.  Ma non nel mondo della speculazione, dove tutti i sogni possono avverarsi: basta semplicemente investire di più. Ma con quali soldi? Il ferrarese è al verde, ed ecco che arriva la proposta di accedere a un finanziamento. Il 47enne ha difficoltà con le banche, ma il broker gli dice che può affidarsi a un servizio online che fa al caso loro. È un servizio – almeno dalle informazioni che si possono recuperare online – legittimo e legale, gli concede il finanziamento senza chiedere garanzie particolari: infatti arrivano in un lampo 50mila euro da restituire in sette anni, 84 rate di oltre 900 euro al mese. Rate salate, ma il broker assicura che con gli interessi dell’investimento ripagherà quelle e costruirà anche il capitale che gli serve. I 50mila euro compaiono sul suo conto personale giusto il tempo per essere versati in dieci operazioni su Coinbase e da lì il broker, controllando il suo cellulare da remoto, li fa transitare anche su Mtp per il trading. Il ferrarese non nota anomalie, anzi. Si lascia convincere a osare ancora, a esporsi sempre di più: chiede alla banca anche la cessione del quinto dello stipendio e investe pure quello: 30mila euro da ripagare a botte di 325 euro al mese per 10 anni.

Ora i soldi investiti sono tanti. Ma tutto continua ad andare bene, gli euro diventano Bitcoin e poi ridiventano euro sia sullo schermo di un cellulare che in pezzi di carta: il 47enne chiede di poter fare qualche prelievo, racconta di aver ricevuto circa 15mila euro in alcune occasioni, ci sono i bonifici a dimostrarlo. Significa che tutto va alla grande, che i soldi ci sono davvero e sono davvero facili da fare. Non viene il sospetto che quei prelievi non siano guadagno reale, ma solo la restituzione di una parte del proprio capitale investito, funzionale a reggere il gioco. 

I soldi degli altri. E così il salto diventa triplo. Il pesce ha abboccato all’amo e diventa a sua volta esca. Come anticipato, convince sua madre e sua sorella a investire: è facile. La prima ci mette 65mila euro, la seconda 18mila. È il broker, come sempre da casa sua, a controllare il suo telefonino e trasferire i soldi dove vuole. Anche madre e sorella vedono lievitare gli interessi. Almeno virtualmente: la sorella – anche lei ha denunciato alla polizia – chiederà di poter avere alcune migliaia di euro per affrontare spese sanitarie, il broker tergiversa, promette ma alla fine nessun accredito viene effettuato, eppure il denaro è lì.

La chat dei milanisti. Eppure il broker è sempre molto presente, disponibile, anche se solo a distanza: scrive, telefona. Lascia anche un’email, una veloce ricerca online ci permette di scoprire che l’indirizzo a cui è associata è quello di un sito cipriota di trading che si chiama Admiralfx.net. Come quello di Mtp, anch’esso è nella blacklist della Consob. 

Madre, fratello e sorella non sono gli unici investitori. Il broker, spiega sempre l’uomo, ha creato un gruppo su WhatsApp, si chiama “Grandi milanisti”. Dentro c’è qualche decina di persone, alcune della zona. Si parla di tutto, si parla dei soldi e del trading. Tra loro, a quanto pare, nessuno si meraviglia del fatto che a volte i bonifici arrivino da perfetti sconosciuti, a volte stranieri, dell’est Europa. Sembra tutto regolare. È in questo contesto che arriva il colpo di scena, lo schiaffo che ha aperto gli occhi al 47enne.

La cena di gruppo e l’incidente. “Il 27 maggio [il broker] sarebbe dovuto venire in Italia, aveva organizzato una cena al ristorante con il gruppo”, ci racconta. Ci sarebbero dovuti essere anche futuri investitori provenienti da Bari e da Trento. Il ristorante è quello dove tutto è iniziato, il broker sarebbe dovuto atterrare a Milano e poi avrebbe raggiunto il gruppo con un’auto a noleggio. Per l’alloggio aveva pensato a tutto mister conti da 600mila euro.

Ma due giorni prima della cena programmata il broker non si fa più sentire e diventa irraggiungibile. Non risponde, non si sa più nulla. Quel sabato alla cena non c’è, tutti si chiedono cosa sia successo.

La risposta arriva il lunedì successivo, quando un collaboratore del broker, o presunto tale, manda un messaggio nella chat: “Ci ha detto che aveva avuto un gravissimo incidente stradale – racconta il 47enne – in cui è morto il figlio, la moglie è finita in coma irreversibile e lui era in condizioni gravissime, per cui avevamo i conti bloccati perché lui, il collaboratore, non aveva le password”. L’uomo non ci crede, online non trova notizie, e poi il messaggio – racconta nella denuncia – arriva proprio dal numero del broker e il suo collaboratore non è inserito nel gruppo. Prova a chiamarlo più volte, non risponde mai. Un giorno il suo collaboratore scrive nella chat per annunciargli che lo butterà fuori dal gruppo, e così avviene: è la pena per chi non ha fiducia.

È l’ultimo contatto. Ottiene rassicurazioni per via indiretta da altri investitori come lui ma che diversamente da lui credono che tutto stia in piedi, gli dicono che il broker presto ritornerà operativo, che bisogna avere fiducia, che si sta già muovendo, che presto i conti torneranno a macinare interessi e denaro. Lui, disilluso, ha capito di essere un pesce finito nella rete: va dalla polizia e denuncia di essere stato vittima di una truffa. Ora spera che altri come lui si aggiungano e auspica di poter riavere indietro i soldi persi, ma non sembra facile. Loro sì sembrano aver preso il volo. 

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