Portomaggiore. “All’epoca non mi capacitavo del fatto che ci fosse un poligono funzionante e nessun atto di controllo. Mi colpì molto. Mancando una regolamentazione, nessuno sapeva cosa fare e nessuno ha fatto niente”.
È piuttosto diretto l’ex questore di Ferrara, oggi a Padova, Antonio Sbordone, sentito come testimone nel processo che vede imputato Nicola Minarelli, ex sindaco di Portomaggiore, per omicidio e disastro colposi per l’incendio al poligono che il 10 gennaio 2016 costò le vite di Paolo Masieri, Lorenzo Chiccoli e Maurizio Neri.
Sbordone – che post tragedia fece fare una relazione ai suoi uffici – evidenzia forse meglio di tutti il ‘buco’ che si è creato attorno alla struttura e che in altre udienze sembra essere emerso, e sul quale è costruita la difesa di Minarelli (avvocati Fabio Anselmo, Carlotta Gaiani e Bernardo Gentile): “Il poligono aprì nel 2012 e non so perché non è stato portato all’attenzione dell’autorità. Non se n’è occupato nessuno, nemmeno io. Avremmo potuto controllare i registri delle presenze, ma nei poligoni privati non sono obbligatori, qua a oggi non è obbligatorio niente. Avremmo potuto e dovuto fare i controlli alle persone che andavano a sparare, ma non sono obbligatori”.
La questione ruota proprio attorno a questo. Per i poligoni privati non esiste a tutt’oggi una regolamentazione, nonostante sia prevista dalla legge che richiede sia l’autorità locale di pubblica sicurezza ad autorizzarne l’attività. “L’articolo 157 (del Tulps, ndr) prevede l’autorizzazione da parte dell’autorità locale di pubblica sicurezza e rimanda a un regolamento mai emanato”, spiega l’ex questore estense, “quindi non si sa cosa andare a controllare”.
Una delle tesi accusatorie è che si sarebbe potuta e dovuta applicare per analogia la normativa che riguarda il tirassegno nazionale, attività strettamente regolamentata, i cui controlli riguardano il ministero della Difesa. Per la difesa di Minarelli, forte anche di una consulenza specialistica del prof Unife Marco Magri, non è invece possibile applicare in via estensiva quella regolamentazione stante il diverso carattere le attività prese in considerazione.
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