Politica
18 Giugno 2022
Il segretario provinciale Minarelli e i consiglieri regionali Zappaterra e Fabbri: “Partito sarà in prima linea per promuovere azioni e investimenti straordinari”

Siccità. Il Pd ferrarese risponde all’appello del Consorzio di Bonifica

di Redazione | 3 min

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Sono servite due ‘chiamate’ da parte del presidente del Consorzio di Bonifica di Ferrara. E ora, finalmente, la politica prova a intervenire sul gravissimo problema della siccità che sta colpendo tutto il bacino padano del Po, Ferrara compresa

“Il problema della siccità e, più in generale, degli impatti del cambiamento climatico non può essere più ignorato, ma va affrontato con tutte le forze a disposizione. Anche nella nostra provincia, purtroppo, il tempo è scaduto”, afferma il segretario provinciale del Partito Democratico di Ferrara, Nicola Minarelli, che interviene nel dibattito sulla siccità che sta colpendo anche il nostro territorio. “Le foto aeree del fiume Po e i dati che in questi giorni il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara sta rendendo pubblici sono impressionanti e dovrebbero non farci dormire alla notte. Se non pioverà, la nostra agricoltura, forza produttiva trainante della nostra economia, pagherà serie conseguenze. La risalita del cuneo salino a causa della siccità rischia di far scomparire centinaia di posti di lavoro nel nostro Delta, oltre che le pinete dei Lidi e la biodiversità del Parco del Delta, unica al mondo. Non so se ci sia piena coscienza, ma dobbiamo iniziare a pensare che se non verrà messa in campo un’azione rilevante, un pezzo del nostro territorio rischia la desertificazione. La politica tutta – insieme alle istituzioni – deve agire con un’unica voce, e senza divisioni: occorre investire utilizzando anche strumenti inediti, convergendo sul contrasto al cuneo salino le risorse che potranno arrivare da Pnrr, fondi europei, nazionali e regionali. Occorrono urgentemente opere, quali barriere antisale o bacini di acqua dolce in grado di contrastare l’acqua salata nelle zone a rischio, e immediatamente piani di monitoraggio che informino adeguatamente gli agricoltori della qualità delle acque con cui irrigano i campi. Ma parallelamente occorre sostenere progetti, anche scientifici, capaci di trovare soluzioni permanenti e non solo ripieghi temporanei. Il Partito Democratico di questa provincia sarà in prima linea, a partire dai propri amministratori, per promuovere insieme agli enti competenti azioni e investimenti straordinari a questi scopi, al fine di garantire un futuro all’agricoltura locale e a questo meraviglioso territorio”.

“La crisi idrica del Po è una questione di portata nazionale ed europea – aggiunge Marcella Zappaterra, capogruppo del Pd in Regione, che presenterà una risoluzione in materia -. La principale risorsa d’acqua del nord Italia è minacciata dalla siccità e questo rischia di mettere in ginocchio produzioni agricole, consumi, abitudini. Pensiamo che serva una cabina di regia tra le Regioni coinvolte, il Governo, i rappresentanti di tutti i territori interessati fino all’Europarlamento. Possiamo confidare nel meteo, azzardare, ma quello che abbiamo davanti agli occhi oggi non dipende dal caso. Serve una strategia urgente e coordinata dalle quattro Regioni (oltre a Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte) capace di guardare al futuro per accelerare la transizione ecologica e cambiare il nostro rapporto con l’ambiente eliminando comportamenti climalteranti di ogni grado”.

“Non meno importante la tematica dell’incremento delle tariffe dell’energia elettrica legati al funzionamento di idrovore, pompe per l’irrigazione ed altre apparecchiature di pubblica utilità che sta impattando pesantemente sui bilanci dei consorzi – rileva Marco Fabbri, consigliere regionale del Pd -. Apprezziamo lo sforzo che il Consorzio sta attuando per progetti di efficientemente energetico, ma serve che anche le istituzioni prevedano ulteriori stanziamenti di risorse dedicate anche all’interno dei programmi legati ai Fondi Europei e su questo la Regione Emilia-Romagna deve fare la propria parte. I consorzi di bonifica devono configurarsi come parte attiva nella transizione ecologica, coniugando la loro attività polifunzionale, mirata alla sicurezza territoriale e ambientale del Paese, con uno sviluppo economico sostenibile”.

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