Attualità
28 Maggio 2022
Una conversazione sul ruolo essenziale della figura del “vice” nello sport, nelle amministrazioni pubbliche e nelle aziende private

L’importanza dei “Numeri 2”

di Redazione | 3 min

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“Un bacio a quelle due bandiere, un abbraccio a chi tutte le domeniche le sventola”. Così ha iniziato il suo intervento Lino Aldrovandi, padre di Federico, davanti alla Curva Ovest. Ed è stato un inizio che ha già detto tutto: perché dietro quelle parole non c’era solo la gratitudine verso una tifoseria, ma il riconoscimento profondo e sincero di una comunità che da vent’anni non ha mai smesso di ricordare, lottare, restare umana

Fabbri: “Ferrara non può e non deve restare senza squadra”

"Ci abbiamo sperato fino all’ultimo con diverse chiamate alla proprietà, che non hanno però trovato rassicurazioni. La notizia che la Spal non giocherà in Serie C rappresenta una delle pagine più tristi e amare della nostra storia sportiva. È una ferita profonda per tutta Ferrara perché la Spal rappresenta la nostra identità, le nostre radici, il nostro orgoglio", così il sindaco Alan Fabbri commenta la mancata iscrizione del club al prossimo campionato di calcio in Serie C

I risultati e i successi nello sport, nelle aziende private e nelle pubbliche amministrazioni non sono raggiunti solo grazie a chi ha l’onere e l’onore della guida, ma sono ottenuti dal costante lavoro di squadra. Una squadra dove sono spesso i “vice”, i cosiddetti “numeri due” ad avere un ruolo determinante per creare coesione, non gregari ma parte attiva e autonoma del risultato ottenuto.

Questo il filo conduttore dell’evento “L’importanza dei numeri 2”, organizzato dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara nello splendido cortile seicentesco di Palazzo Naselli Crispi. Una conversazione, condotta da Fabio Cola psicologo e consulente del lavoro, che ha visto la partecipazione di: Andrea Tarozzi, allenatore di calcio “in seconda” di diverse squadre italiane ed ex giocatore di calcio; Andrea Chiesi, imprenditore del Gruppo Chiesi Farmaceutici e Alfredo Bertelli, sottosegretario alla Regione Emilia-Romagna dal 2004 al 2014.

Personaggi che nella loro carriera hanno fatto il tipico “passo indietro” per portare la loro squadra, il loro ente o una grande azienda a ottenere ottimi risultati.
La serata è stata introdotta dal presidente del Consorzio Stefano Calderoni, che ha spiegato i motivi dell’evento: “La bonifica è il frutto del lavoro di tanti numeri due, forse anche numeri tre o quattro. Penso a tutti gli uomini che con indicibile fatica, senza mezzi meccanici, hanno scavato per rendere possibile il nostro straordinario sistema di idrovore e canali”.

Ma è anche l’istituzione stessa che ora governa questo complesso sistema a essere un numero 2: “lavoriamo in maniera silenziosa, puntuale, quotidiana e nessuno si accorge quasi del lavoro che facciamo se non quando ci sono particolari problematiche e urgenze – spiega Calderoni -. Ma è un modo di “essere” e di operare gestendo i dettagli, che consente al territorio di rimanere in sicurezza e alle aziende agricole di poter utilizzare l’acqua per l’irrigazione”.

Nel corso della serata spazio alle storie straordinarie degli ospiti, a partire da Andrea Tarozzi che ha raccontato la sua carriera da calciatore che costruiva il gioco per aiutare i “leader” della squadra a segnare e poi di allenatore “in seconda”. Una scelta frutto di una volontà precisa, quella di essere un buon vice, con la consapevolezza del proprio talento, ma guidato dalla conoscenza profonda della propria indole, di limiti e desideri.

E poi Alfredo Bertelli che numero uno lo è sicuramente stato, come sindaco di Copparo a soli ventiquattro anni e che ha poi scelto di diventare un secondo, ma un secondo che costruisce per il bene comune. Prima come assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Ferrara con Roberto Soffritti e poi come stretto collaboratore in Regione di Vasco Errani che l’ha voluto come sottosegretario alla presidenza, anche durante il periodo di ricostruzione post sisma.

A seguire il racconto di un numero di due “di nascita”, Andrea Chiesi, secondogenito di una famiglia che gestisce un’importante gruppo farmaceutico dove si occupa di ricerca e sviluppo dei prodotti, ma anche direttore della fotografia di diversi film e regista. Un personaggio che in apparenza non sembrerebbe un numero due, ma che ha scelto di esserlo, supportando il lavoro dello zio, grande ricercatore e studioso, con le sue doti organizzative: un passo indietro per il bene della sua azienda, nella piena condivisione dei valori e di rispetto di un “leader”.

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