È nel segno di una ritrovata unità “richiesta dai lavoratori” che Cgil, Cisl e Uil si avviano verso lo sciopero per i dipendenti dei servizi pubblici.
La data è già stata individuata e dovrebbe essere quella del 23 giugno, in attesa dell’ok da parte delle assemblee dei lavoratori che però hanno già dato ufficiosamente il via libera ai sindacati per la mobilitazione.
Una decisione presa con l’obiettivo di spingere l’amministrazione comunale a redigere un piano assunzionale chiaro, fornire servizi alla cittadinanza e infine favorire il pieno coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, dal momento che “da gennaio sono state fatte 14 richieste di confronto, principalmente sul tema assunzioni, a cui non c’è stata alcuna risposta” spiega Luca Greco di Fp-Cgil.
L’annuncio arriva dopo il fallimento del tentativo di conciliazione in Prefettura tra Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl e il Comune di Ferrara, presente al tavolo di contrattazione col direttore generale Sandro Mazzatorta e l’assessora Angela Travagli, che si è tenuto lo scorso lunedì 23 maggio
Un incontro in cui i sindacalisti hanno evidenziato come “il personale in servizio non è sufficiente a erogare i servizi pubblici universali, come testimoniano le chiusure di alcune giornate dei servizi demografici, i tempi di risposta del Sue, le difficoltà di personale dei servizi amministrativi generalmente intesi”.
“Dal 2018 al 2021 gli addetti sull’ente Comune di Ferrara sono calati di 250 unità e oggi ci troviamo di fronte a un vuoto organizzativo e di coordinamento” sottolinea, infatti, Kevin Ponzuoli, segretario generale di Cisl-Fp, seguito poi a ruota da Leonardo Uba, segretario generale di Uil-Fpl, che si sofferma sul “malumore dei lavoratori per una mole di lavoro che aumenta e i numeri del personale che non rispondono a pieno alle esigenze”.
Da parte sua, l’amministrazione comunale precisa che si è “proceduto entro i limiti assunzionali delle normative avendo riscontrato significative carenze di personale sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, migliorando la grave situazione maturata fino al 2018” e aggiunge che “nonostante le importanti difficoltà incontrate nel periodo della pandemia, sono state operate 105 assunzioni, coinvolgendo soprattutto i giovani attraverso inquadramenti contrattuali e a queste ne seguiranno altre nel corrente anno“.
Una risposta che però non ha convinto i sindacati che, dopo aver confermato il permanere dello stato di agitazione, ora si preparano a scendere in piazza per far valere le proprie ragioni e tentare di dare una svolta positiva alle gravi difficoltà dei servizi comunali nell’ultimo periodo, nella speranza di un’adesione che “sia superiore al 55%“.
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