Himalaya, ferrarese sfiorato dalle valanghe
Mentre le valanghe travolgevano sull'Himalaya nove alpinisti di cui cinque italiani, a lottare contro il ciclone Montha c'era anche un ferrarese
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Giornata spettacolare e ricca di gol nel girone di Terza Categoria. La capolista Berra incappa nella seconda battuta d’arresto stagionale
Nicola Lodi, detto Naomo, dopo la condanna in primo grado a 2 anni e 10 mesi per induzione indebita, rischia di affrontare un ennesimo processo penale. Questa volta l'accusa è di peculato
Si è schiantato sui prati di Palmirano, a poche centinaia di metri dall'ospedale di Cona, un ultraleggero guidato da un uomo di 66 anni. La chiamata ai vigili del fuoco e alla Polizia di Stato è arrivata intorno alle 11.45. A dare l'allarme sono stati alcuni automobilisti di passaggio
Fondamentale per la sentenza è stato il riconoscimento dell'assenza di "problematiche relative alla meritevolezza". La libera professionista non aveva infatti contratto debiti in modo irresponsabile, ma era stata travolta da eventi esterni ritenuti a lei non imputabili

(foto da L’Heraldo)
Dopo la corte territoriale del primo grado e il Tribunale superiore di Giustizia dell’Aragona (appello), ora anche la Suprema Corte spagnola (equivalente alla nostra Cassazione) si è pronunciata sulla colpevolezza di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, conosciuto in mezza europa come il killer “Igor il Russo”.
La camera penale della Corte Suprema ha confermato la pena detentiva permanente rivedibile per il triplice omicidio di Teruel, Andorra.
Dopo esser scappato dall’Italia, Igor trovò rifugio sui mondi dell’Aragona, in un casolare abbandonato. Da qui usciva per compiere qualche razzia e approvvigionarsi di cibo e vestiario. In questi frangenti si trovò di fronte, quel 14 dicembre 2017, prima l’allevatore José Luis Iranzo, 40 anni, e successivamente i due agenti della Guardia Civile uccisi, Víctor Romero, 30 anni, e Víctor Jesús Caballero, 38 anni.
Tutti uccisi a colpi di pistola. Le due guardie furono crivellate con 17 proiettili. Nel ricorso la difesa chiedeva l’annullamento della condanna per violazione del diritto al giusto processo per mancanza di motivazione del verdetto della giuria, ma l’Alta corte ha ritenuto il contrario e ha ricordato che lo stesso imputato ha riconosciuto di aver ucciso le tre vittime, anche se motivando gli assassini come legittima difesa.
La Corte Suprema ha quindi confermato la pena detentiva permanente rivedibile per l’omicidio di Iranzo e a due pene detentive di 25 anni ognuna per gli altri due delitti. A queste si sommano le tre condanne a cinque anni per altrettante rapine aggravate, oltre al pagamento di oltre tre milioni di euro alle famiglie delle vittime a titolo di risarcimento.
Altre condanne per le “gesta” spagnole lo vedono colpevole di tentato omicidio di due persone in una casa di campagna ad Albalate (Teruel) il 5 dicembre 2017, pochi giorni prima del triplice omicidio di Andorra. Per questi ultimi fatti deve scontare altri 21 anni.
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