Politica
20 Maggio 2022
E' la proposta di revisione della Giunta per rendere più efficaci ed efficienti i servizi pubblici del Comune di Ferrara. Dubbi dalle opposizioni sulla scelta di creare una spa

Ferrara Tua ingloberà la holding Ferrara Servizi e diventerà ‘multiutility’

di Redazione | 5 min

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È stata approvata dalla commissione di controllo, con 4 astensioni e 9 voti favorevoli, e sarà sottoposta al Consiglio comunale del 30 maggio, la delibera “Revisione della Governance dei servizi pubblici del Comune di Ferrara e attuazione del modello multiutility: indirizzi e determinazioni”.

La delibera ridisegna la governance delle società partecipate del Comune di Ferrara, che detiene attualmente la partecipazione totalitaria della srl Holding Ferrara servizi, società che per conto del Comune detiene tutte le partecipazioni delle società che gestiscono servizi pubblici o di carattere generale, oltre a detenere in parte direttamente, per l’1%, e per il resto tramite holding, il capitale della società Ferrara Tua, società in house che svolge per conto del Comune servizi come gestione cimiteri, parcheggi e verde. A fine 2021 è stato approvato l’atto della revisione delle società partecipate, in cui era specificato che nel corso del 2022 l’Amministrazione comunale avrebbe proseguito nell’analisi dell’assetto della governance, rivedendo in particolare il ruolo della holding e valutando un modello di multiutility.

“Oggi – spiega Matteo Fornasini, assessore al bilancio – portiamo in consiglio una proposta di delibera che avvia l’iter per la fusione per incorporazione inversa per cui Ferrara Tua ingloba la holding Ferrara servizi. La nostra revisione punta a definire un modello più efficace ed efficiente per la gestione del servizi, con una multiutility in house, di cui abbiamo allegato lo statuto e che si chiamerà Ferrara tua Spa. Questa società porterà a obiettivi importanti, porterà maggiore efficienza, efficacia ed economicità, oltre a rafforzare e consolidare la gestione dei servizi pubblici”.

“Il testo unico sulle società partecipate – prosegue Fornasini – prescrive la necessità per le pubbliche amministrazioni di avviare processi di aggregazione tra società, aventi per oggetto le attività consentite dal Tu, per avviare una riduzione della catena di controllo e per il contenimento dei costi di funzionamento. La società risponderà ovviamente in pieno ai requisiti della gestione in house providing, sarà a capitale interamente pubblico detenuto dal Comune di Ferrara, quindi il Comune terrà il 100% della società e almeno l’80% del fatturato sarà per conto del Comune. Sono evidenti le economie nei costi di funzionamento che porterà l’aggregazione: calcoliamo che a regime ci sarà una riduzione complessiva dei costi a vantaggio del miglioramento dei servizi pari a 70-80 mila euro annui, secondo Cimarelli, io spero nei 100 mila euro”.

Come ha spiegato Luca Cimarelli, amministratore della Holding Ferrara servizi, questa fusione darà “risparmi, una società più snella, il rapporto sarà a filo diretto con l’amministrazione, quindi gli obiettivi saranno recepiti direttamente, senza posizioni mediate da altre società, con l’eliminazione di doppi passaggi. Dopo che la giunta si è espressa ho contattato i sindacati e, assolvendo il compito di amministratore unico, ho spiegato il perché di questa scelta ai dipendenti, che dà loro una tutela massima, non avranno nessuna condizione peggiorativa, non sono previste riduzioni se non quelle dovute ai pensionamenti”.

Dall’opposizione il consigliere Francesco Colaiacovo (Pd) chiede come mai si è scelto di creare una società per azioni e quale posizione sarà presa rispetto ad Amsef. A rispondere è Camporesi, consulente della Holding Ferrara Servizi, sottolineando che le motivazioni per cui è stato scelto questo tipo di società sono di natura solamente tecnica, in modo da permettere l’acquisizione. “Peraltro – specifica Camporesi -, il fatto che siano spa e che i titoli siano azioni non determina una necessaria circolazione delle azioni in capo a soggetti terzi, lo statuto sbarra l’ingesso a soggetti privati, lo scopo non è il frazionamento del capitale e diffusione sui terzi, ma solo un motivo tecnico, che non comporta costi o variazioni. Amsef troverà nuova collocazione partecipata al 100% dal Comune e non dalla holding perché in contrasto con la legge regionale. Amsef svolge un servizio che formalmente è sul mercato, ma è di interesse generale a carattere economico”.

Come sottolinea poi Cimarelli, su domande di Colaiacovo e di Dario Maresca (Gam) in merito a nuovi servizi che potranno essere gestiti dalla nuova società, “nel documento abbiamo inserito gli statuti che contengono i servizi di cui già ci occupiamo: gestione dei parcheggi, farmacie, sono stati inseriti ex novo punti su organizzazione di eventi, valorizzazione della Certosa e ricezione nuovi servizi. Pensiamo che una volta individuate la potenzialità ci saranno altri servizi che potremmo gestire, prima però va fatta una valutazione economica, di competenze ed efficacia. Lo statuto getta le basi per poter dire che la società non è chiusa e si limita a fare quello che già sta facendo, ma una volta strutturata potrà ampliarsi con nuove competenze”.

“Il modello della multiutility mi sembra più semplice e rispondente, è bene ripensare l’organizzazione con un modello più semplice e funzionale” sottolinea Dario Maresca, che solleva però una perplessità, in merito al fatto che tutto ciò che è organizzato direttamente dal Comune, come gli eventi, ha un maggior controllo da parte del Consiglio comunale, la gestione della holding invece non è approvata dal Consiglio, quindi si perderebbe una parte di controllo da parte del Consiglio. Prontamente risponde Fornasini: “Son già diversi anni che i bilanci delle partecipate non sono approvati dal Consiglio, facciamo un’informativa tramite la commissione competente per illustrare i risultati di bilancio, il consiglio non viene indebolito rispetto ad oggi, ha una funzione di indirizzo strategico per le società partecipate, che si esprime in due momenti: approvazione del Dup, in cui vi è una sezione dedicata al consiglio, ed entro il 31/12 con la delibera di revisione periodica delle partecipate. Per quanto riguarda gli eventi cittadini, il 90% non sono organizzati direttamente dal Comune, pochissimi lo sono, come la festa di capodanno, e non si è mai discusso di questo in consiglio comunale”.

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