Economia e Lavoro
10 Maggio 2022
Più di trecento lavoratori hanno partecipato al presidio organizzato da Cgil e Uil. Assente la Cisl. Fiorini (Cgil): "Tra gli operai c'è la consapevolezza della gravità del momento"

Cracking, il Petrolchimico si ferma: “Follia pura”

Sciopero petrolchimico
di Davide Soattin | 4 min

Leggi anche

China International Import Export: opportunità di scambio con Ferrara

"Stiamo valutando concretamente eventuali opportunità di scambio". Così Stefano di Brindisi, amministratore unico Sipro, all’indomani della presentazione a Milano, della settima edizione della China International Import Export, la fiera in programma dal 5 al 10 novembre a Shanghai

Ferrara. Anche Ires conferma il calo del turismo

Il rapporto Ires (Istituto ricerche economiche sociali) sul turismo in Emilia Romagna conferma per Ferrara i dati più volte ripresi da estense.com certificando per Ferrara qualche difficoltà nonostrante "dal lato della domanda, si sta sempre più affermando il turismo rivolto a mete con forte valenza culturale e naturalistica"

Pomodoro da industria. Non c’è il prezzo

Nel ferrarese sono stati circa 7.500 gli ettari investiti a pomodoro da industria nel 2023, circa 250 in più rispetto al 2022 e si stima che nel 2024 ci sarà un ulteriore incremento. Un comparto che tiene, ma che è messo sotto scacco dal mancato accordo sul prezzo concordato tra parte agricola e industria di trasformazione e sulle condizioni qualitative di conferimento

“Quello che sta succedendo è una follia pura“. È così che Fausto Chiarioni, segretario generale Filctem-Cgil Ferrara, descrive la decisione di Eni di iniziare – oggi, lunedì 9 maggio – le operazioni di spegnimento definitivo del cracking di Porto Marghera, causando irrimediabili ripercussioni sul futuro del Petrolchimico di Ferrara e dei suoi lavoratori.

Di loro, più di trecento hanno attivamente partecipato al presidio organizzato da Cgil e Uil davanti alla portineria est del Polo Chimico, in piazzale Donegani, manifestando pacificamente con striscioni e bandiere – dalle 8 alle 12.30 – in concomitanza con la giornata di sciopero generale, che ha visto la fermata degli impianti ferraresi di Versalis, Basell e Celanese.

Assente la Cisl, che nei giorni scorsi aveva detto di voler aspettare di conoscere l’esito degli ultimi incontri in programma e soprattutto il coordinamento unitario chimico Eni-Versalis Nazionale dalle segreterie nazionali di categoria, convocato per il prossimo 13 maggio, al fine di “valutare, discutere e decidere i percorsi da intraprendere”.

Nel mentre, iniziative di sciopero si sono svolte anche a Marghera e Mantova, gli altri due stabilimenti fortemente, interessati ma solamente di quattro ore, mentre a Ravenna le sigle sindacali sono in assemblea e decideranno a breve sulle eventuali iniziative di mobilitazione da prendere prossimamente.

Per Chiarioni, quello che sta per essere attuato è “un disegno che metterà in difficoltà l’intero sistema e che, se procederà con il blocco e la chiusura dell’impianto, finirà per mettere a rischio l’intera chimica di base italiana”. “Siamo qui – prosegue – per sollecitare la politica e le istituzioni a intervenire perchè serve un piano industriale di rilancio del settore che salvaguardi le produzioni e il sistema e non crei problematiche occupazionali e sociali”.

Ma a preoccupare è soprattutto il problema legato alla riconversione delle produzioni chimiche, un processo – spiega il sindacalista – che è stato “annunciato continuamente dal cane a sei zampe, ma che qui sembra essere zoppo, perchè se si fermano gli impianti non ci sarà nessuna transizione”. “Noi – sottolinea – vogliamo una giusta transizione, ma per realizzarla non bisogna fermare gli impianti. Serve riconvertirli. Per cui prima si facciano investimenti e dopo si discuta se gli impianti possano essere fermati, ma solamente dopo che sono state trovate una serie di soluzioni alternative e ambientalmente sostenibili”.

A evidenziare i disagi occupazionali che la chiusura del cracking comporterebbe è Giovanni Verla, segretario generale Fiom-Cgil Ferrara: “Oggi siamo davanti a uno sciopero di sito, che è l’elemento più significativo della giornata di mobilitazione perchè si riesce così a dare una visione generale delle problematiche che ci sono. Le stime di Confindustria dicono che per ogni lavoratore diretto ci siano 2,5 lavoratori degli appalti diretti e ora c’è il pericolo di una deindustrializzazione della nostra provincia che non ci possiamo permettere. Oggi il rischio è quello di trovarci con lavoratori che perdono il loro posto di lavoro e di non avere prospettiva per la politica del territorio“.

“Il vero obiettivo – afferma Verla – è riuscire a tenere insieme i lavoratori di tutti i settori, senza che ci sia l’arroganza da parte dei padroni di dividerli. Dobbiamo sfidare le istituzioni e politica, rilanciando una visione su quello che significa fare industria e fare transizione, riproponendo quelli che sono gli investimenti di ricerca da fare verso una giusta transizione. Dobbiamo ripartire dai lavoratori. Se si tengono insieme tutti i settori, sarà anche possibile rilanciare la prospettiva di questo sito e quella della politica industriale sul nostro territorio”.

Soddisfatto per l’adesione allo sciopero generale anche Vittorio Caleffi, segretario generale Uiltec Uil Ferrara: “Con noi non ci sono solamente gli operai, ma anche tante altre figure importanti all’interno dello stabilimento. E già il fatto che siano venuti qui significa che anche loro sono preoccupati. In questo modo si rafforza convinzione che quello che stiamo facendo è corretto. Spero che anche tramite queste iniziative, la  posizione del sindacato sia più forte al tavolo del ministero. Non è solo una questione di dialogo, che c’è. Ma ci deve soprattutto essere la capacità di rappresentare i tanti interessi interessi in gioco”.

“Tra i lavoratori – precisa Luca Fiorini, delegato Rsu della Cgil in Basell – c’è la consapevolezza della gravità del momento. Oggi è una buona giornata di lotta che guarda al nostro futuro, una base di partenza. Oggi facciamo un primo passo che dovrebbe far pensare le forze politiche e istituzionali. Ci sarebbe piaciuto che qui con noi ci fosse anche chi governa la città e la Regione, ma non per la ricerca del consenso. Questo è uno dei più grandi stabilimenti industriali del Comune di Ferrara, un pezzo importante di economia dell’Emilia Romagna. Non basta solamente rassicurare com’è stato fatto nell’ultimo anno“.

“A essere messo in discussione non è solo l’intero stabilimento, ma tutta la chimica di base” conclude Davide Andreani, delegato Rsu della Uil in Basell, dal momento che “Eni ha deciso di uscire da questo business“. Una scelta che è figlia “non solo delle decisioni industriali che si possono condividere o non, ma delle incapacità del nostro Paese di fare politica industriale. Qui è partita una sorta di rivoluzione, un grande cambiamento che è la transizione ecologica e decarbonizzazione. Mentre dalle altre parti sono stati fatti investimenti su filiere che stiamo chiudendo, noi abbiamo scelto di percorrere la strada più semplice, quella di chiudere gli asset principali. Ma è ora che la politica scenda in campo“.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com