Un Oboh, Isaac, è stato trovato a fine novembre dalla polizia di frontiera di Bardonecchia. L’altro, il più noto e importante Stephen, leader del clan degli Eiye e vittima dell’ormai famigerato agguato con machete di via Olimpia Morata, è invece ancora uccel di bosco.
E così ieri il tribunale di Ferrara ha, dopo vari rinivvi per l’irreperibilità dei due, dichiarato aperto il dibattimento solo per Isaac Oboh nel processo che vede entrambi i nigeriani imputati per minacce e lesioni messe in atto il 2 aprile del 2018: tre mesi prima dell’agguato con machete.
Sando alle accuse, i due Oboh (assistiti dall’avvocata Valentina Bordonaro) presero due bottiglie di vetro, le spaccarono e con quelle minacciarono un connazionale di morte – pronunciando la frase “ti ammazzo” – e lo colpirono e ferirono all’addome, a un braccio e alla testa, per fortuna in maniera lieve.
Il giudice ha rinviato l’udienza al 22 settembre per sentire i testimoni e per la discussione.
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