Cronaca
17 Aprile 2022
Il noto criminologo e ricercatore Vincenzo Musacchio rivela i dati investigativi di Dia e Dna: "Patto criminale per smerciare tonnellate di stupefacenti. La città estense crocevia importante per le mafie"

Droga, allarme mafie a Ferrara: alleanza tra clan albanesi, nigeriani, calabresi e pugliesi

di Redazione | 3 min

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Vincenzo Musacchio (foto tratta dalla sua pagina Facebook)

Diverse mafie si sarebbero alleate per portare nel territorio ferrarese tonnellate di droga da spacciare. L’ipotesi di un’alleanza tra clan albanesi, nigeriani, ‘ndrangheta e mafie pugliesi emergerebbe da alcune evidenze investigative rivelate dal noto criminologo Vincenzo Musacchio in un suo recente intervento riportato su Fai.informazione.it

Musacchio, che è oggi uno dei più accreditati studiosi delle nuove mafie transnazionali ed è considerato il maggior esperto di mafia albanese, parla di un “patto non solo di non belligeranza ma soprattutto strategico finalizzato al trasporto dall’Est Europa e dall’Albania di tonnellate di droga che proprio dalle coste albanesi arrivano in Puglia, per poi essere smistate in molte piazze di spaccio di mezza Italia, tra cui anche quella di Ferrara e provincia“. “Una delle spie che deve preoccupare, e non poco, la città – avverte lo studioso – riguarda l’aumento dei casi di overdose tornati ai livelli molto alti, mai visti in precedenza”.

Dichiarazioni che preoccupano, quelle di Musacchio, che analizza il fenomeno della criminalità dedita allo spaccio a Ferrara alla luce di questi nuovi dati investigativi e sulle varie relazioni Dia (Direzione Investigativa Antimafia) e Dna (Direzione Nazionale Antimafia e antiterrorismo). Questo perché proprio Ferrara “è un crocevia importante per le mafie poiché fa da collegamento tra l’Emilia Romagna e il Veneto”. “C’è un mercato florido per le droghe naturali e per quelle sintetiche che cresce anche in relazione all’aumento della popolazione studentesca avvenuta nell’ultimo decennio nella città”, spiega il criminologo, che cita il processo in corso proprio nella città estense contro il clan nigeriano dei Vikings-Arobaga.

A Ferrara i vari clan nigeriani, albanesi, calabresi e pugliesi – sempre secondo le risultanze investigative di Dia e Dna riportate da Musacchio – avrebbero addirittura messo in piedi un sistema autosufficiente di produzione, traffico e spaccio. “La droga – spiega il criminologo – è coltivata in Albania, arriva in Puglia e poi viene smistata nella varie zone d’Italia. Nella città degli estensi non c’è solo droga. Nella provincia ferrarese c’è stata e c’è anche la camorra dei Casalesi, esperta come ben sappiamo nel traffico di rifiuti pericolosi in ambito transnazionale”. Più in generale in Italia, avverte Musacchio, ci sono infiltrazioni mafiose nell’economia e della pubblica amministrazione, tanto che “non esiste oggi settore che possa ritenersi estraneo alle infiltrazioni mafiose: edilizia, trasporti, turismo, ristorazione, appalti e sovvenzioni pubbliche, smaltimento dei rifiuti, sanità, manodopera sottocosto, prestiti”.

E’ un quadro sconfortante quello tracciato da Musacchio, che sarebbe ulteriormente degenerato a causa della pandemia, “quando molte imprese in crisi sono state inglobate dalle mafie non più con l’utilizzo della violenza ma con accordi fatti con i precedenti proprietari che continuano ad esser tali agendo in nome e per conto dei mafiosi”.

“Credo – è la considerazione dell’esperto – che oltre alle ovvie e necessarie attività repressive occorra scuotere le coscienze dei cittadini facendo comprendere i danni cagionati al territorio dalle infiltrazioni mafiose. C’è purtroppo ancora chi oggi afferma che le mafie non esistano. I cittadini non vedendo più le mafie classiche, violente e pervasive, percepiscono il fenomeno mafioso, apparentemente silente e invisibile, come distante dalle proprie esistenze. Alla violenza si è sostituita la corruzione”.

Sui danni di questo fenomeno in evoluzione Vincenzo Musacchio avrà modo di parlare proprio a Ferrara, perché “a fine maggio – annuncia – sarò nelle scuole per un incontro con gli studenti”. “La criminalità organizzata – conclude Musacchio nel suo intervento su Fai.Informazione.it – anche nella realtà ferrarese può intervenire sull’economia locale, fino ad arrivare, in alcuni casi, a “impadronirsi” di settori strategici”.

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