Eventi e cultura
14 Aprile 2022
Al Castello Estense e nei musei civici. Le cinque mostre della Fondazione Ferrara Arte da visitare a Ferrara durante le feste in quattro palazzi d’eccezione. Aperti anche Museo Schifanoia, Museo della Cattedrale e Casa Ariosto

Mostre a Ferrara, aperture straordinarie a Pasqua e fino al 1° maggio

di Redazione | 4 min

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Dalla pittura alla fotografia, dalla scultura all’arte contemporanea, sono cinque le mostre a Ferrara da poter visitare durante le festività pasquali: “Il sogno di Ferrara” di Adelchi Riccardo Mantovani e “De Pisis. Il silenzio delle cose” al Castello, “FAKES da Alceo Dossena ai falsi Modigliani” a Palazzo Bonacossi, “Oltre lo sguardo” di Arianna Di Romano a Palazzina Marfisa d’Este e “Out of time. Ripartire dalla natura” per la XIX Biennale Donna al Padiglione di Arte Contemporanea.

Nelle prossime settimane i musei civici di Ferrara che ospitano le mostre organizzate in collaborazione con la Fondazione Ferrara Arte saranno aperti in via straordinaria, oltre che nei consueti giorni e orari, anche domenica 17 aprile (Pasqua), il 18 aprile (Lunedì dell’Angelo), lunedì 25 aprile,  domenica 1° maggio e lunedì 30 maggio. In occasione della Festa della Repubblica, saranno visitabili anche giovedì 2 giugno. Nelle giornate del 19 e del 26 aprile e del 31 maggio il Castello sarà visitabile anche il martedì (solitamente è il giorno di chiusura della sede espositiva). Per prenotare le visite, consultare le disponibilità e per avere maggiori informazioni: https://prenotazionemusei.comune.fe.it/. Dallo stesso sito si possono prenotare anche le visite ad altri tre spazi espositivi: Museo Schifanoia, al Museo della Cattedrale e alla Casa di Ludovico Ariosto.

Al Castello Estense fino al 9 ottobre è in programma “Il sogno di Ferrara. Adelchi Riccardo Mantovani”. La mostra vuole far conoscere al grande pubblico il mondo fantastico, poetico ed emozionante del ferrarese Adelchi Mantovani, ripercorrendo per la prima volta tutta la sua carriera. Artista originale, Mantovani si è formato da autodidatta, maturando una cifra stilistica legata da una parte al Rinascimento italiano e dall’altra alla metafisica di De Chirico, al surrealismo di Delvaux e al realismo magico. Il pittore dà vita a scene di tema popolare, religioso e ad affascinanti mondi allegorici sospesi tra mito e favola, sostenute da una tecnica meticolosa che contribuisce a rendere incantata l’atmosfera dei suoi dipinti e dei suoi disegni. Orari: dalle 10 alle 18 (solitamente è chiuso il martedì).

Sempre al Castello, fino al 2 giugno nella Sala dei Comuni, c’è “De Pisis. Il silenzio delle cose”. Il dipinto Natura morta marina con peperoni, una melanzana e una conchiglia, realizzato nel 1946, acquistato dal Ministero della Cultura e concesso in deposito al Museo “Filippo de Pisis”, dialoga con una selezione di opere appartenenti alle collezioni civiche che rappresentano variazioni sul tema della natura morta marina. Inoltre, fino al 5 giugno nel cortile del Castello si può ammirare “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori. Umanità di Sara Bolzani e Nicola Zamboni”. Il monumentale gruppo scultoreo è una straordinaria allegoria della vita e dei tempi antichi e moderni: accanto a personaggi di sapore epico-cavalleresco marciano in silenzio emarginati, migranti, profughi.

A Palazzo Bonacossi ha da poco inaugurato “FAKES da Alceo Dossena ai falsi Modigliani” (fino al 31 luglio). La mostra approfondisce l’appassionante capitolo del falso nell’arte attraverso i capolavori del cremonese Alceo Dossena (1878 – 1937). Formidabile creatore di sculture che trasmettono tutta la vitalità e il sapore degli originali precristiani, medioevali o rinascimentali cui sono ispirate, Dossena riusciva a donare alle sue creazioni la patina del tempo, confondendo anche l’occhio più esperto. In mostra anche le opere di Giovanni Bastianini, il più celebre scultore-falsario dell’Ottocento, di Icilio Federico Joni, che si autodefinì «pittore di quadri antichi», e Umberto Giunti, allievo ed erede di Joni, le sculture di artisti operanti tra Otto e Novecento che si impegnano a far rivivere uno stile neo-estense, tra falsificazione e revival, e le celebri “teste di Modigliani”, una beffa architettata per scherzo e per protesta. Ad integrazione della mostra, al Museo Schifanoia è esposta una delle due copie fotografiche del Seppellimento di santa Lucia di Caravaggio, realizzate dalla Fondazione Factum Arte, per interrogarsi sull’identità dell’opera d’arte. Orari: giovedì e venerdì 15-18.30, sabato e domenica 10.30-18.30. Apertura straordinaria: lunedì 18 aprile e lunedì 25 aprile dalle 10.30 alle 18.30.

Palazzina Marfisa d’Este (corso Giovecca 170), fino al 12 giugno, c’è “Oltre lo sguardo”, che racchiude il lavoro della fotografa Arianna Di Romano, condotto durante alcuni reportage in Romania, Serbia e nel Sud-est asiatico, nonché nella sua terra natale, la Sardegna, e in quella dove vive, la Sicilia. Le sessanta fotografie in mostra documentano un viaggio negli occhi profondi e intensi di un’umanità dimenticata. Di Romano invita a spingersi “oltre lo sguardo”, alla ricerca di una diversa, e autentica, bellezza. Orari: dal martedì alla domenica (9.30-13 e 15-18, chiuso il lunedì).

Infine, fino al 29 maggio al Padiglione d’Arte Contemporanea per la XIX Biennale Donna c’è “Out of Time. Ripartire dalla natura”, organizzata in collaborazione con UDI – Unione Donne in Italia. Cinque artiste internazionali – Mónica De Miranda, Christina Kubisch, Diana Lelonek, Ragna Róbertsdóttir e Anaïs Tondeur – indagano tramite media differenti il tema quanto mai attuale della complessa convivenza tra esseri umani e natura, della vita su un pianeta sfruttato e sconvolto dai cambiamenti climatici. Orari: martedì-domenica ore 10-18, chiuso il lunedì.

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