Abusi sulla figlia di Atika Gharib, altra condanna per Chamekh
L'uomo condannato a 2 anni e 10 mesi di reclusione oltre che al risarcimento del danno. L'avvocato della ragazza: “Finalmente è terminata l'intera vicenda, ora si spera di ricominciare con serenità”
È stato condannato a due anni e dieci mesi di reclusione, M’Hamed Chamekh, l’uomo già condannato all’ergastolo per aver ucciso e bruciato il corpo della sua ex compagna Atika Gharib, a processo per aver anche violentato la figlia 15enne di lei.
L’abuso secondo la procura di Ferrara è avvenuto nell’agosto del 2019, proprio pochi giorni prima del terribile omicidio, e probabilmente sua origine, accompagnato anche dal furto dell’auto di Gharib e di numerosi documenti personali: passaporto, carta di soggiorno, carta d’identità, carte bancomat, blocchetti degli assegni e passaporti delle figlie.
“Finalmente è terminata l’intera vicenda – commenta l’avvocata Marina Prosperi, che assiste la figlia di Gharib, oggi maggiorenne, costituitasi parte civile -. Questo era l’inizio da cui originò tutto l’episodio che poi si è concluso con l’uccisione di Atika: la madre che difendeva la figlia dal tentativo di violenza, che l’ha portata a denunciare, e lui che si è vendicato fino all’uccisione. Sono pene molto pesanti, sia nel giudizio della corte d’assise di Bologna che del Gip di Ferrara. Si mette un punto e si spera di ricominciare con serenità”.
Chamekh, 43 anni, è stato condannato dal giudice dell’udienza preliminare Carlo Negri anche al pagamento di una provvisionale di 10 mila euro per la giovane vittima e di 5mila per il Comune di Ferrara che si era costituto parte civile.