Comacchio. Al problema delle nutrie sempre più vicine ai centri abitati, sollevato da Anna Simioli di Civicamente Comacchio, l’Amministrazione comunale risponde spiegando quali sono state le azioni intraprese per il contrasto alla diffusione di questi dannosi roditori.
Nel 2022 il Centro di Ecologia Applicata Delta del Po (Cead), struttura comunale che si occupa di lotta integrata alle zanzare e contenimento di altre specie invasive, ha attivato un Piano di Controllo delle nutrie nei centri abitati di Comacchio e Porto Garibaldi, conforme all’omologo Piano della Regione Emilia Romagna. Il Piano – riferiscono dall’Amministrazione – è stato autorizzato dall’Ente per la Gestione della Biodiversità Delta del Po per le aree di diretta competenza ed è stato realizzato mediante il posizionamento, nel periodo febbraio-marzo 2022, di 16 gabbie-trappole che hanno permesso di catturare 57 esemplari, successivamente soppressi con la collaborazione dei coadiutori abilitati a operare nel Comune di Comacchio.
Purtroppo, come riferisce il Comune di Comacchio, nello stesso periodo cinque gabbie-trappole sono state rubate e vi sono stati oltre 30 episodi di manomissione (chiusura gabbie) per evitare la cattura, presumibilmente ad opera di cittadini che sono contrari a tale pratica. Dall’1 aprile le trappole sono state rimosse in quanto non più efficaci. Con la bella stagione, infatti, le nutrie tendono a disperdersi nelle campagne, trovando efficaci fonti di cibo. L’attuale presenza di esemplari nei pressi dei centri abitati – secondo l’Amministrazione comunale – è da considerarsi residuale.
“Vogliamo chiarire – aggiunge la nota del Comune – che la presenza di nutrie in un territorio può provocare danni all’agricoltura e alle infrastrutture idrauliche ma è stato accertato che non costituisce pericolo igienico sanitario primario; non vi sono casi documentati di trasmissioni di malattie. La nutria non è aggressiva e reagisce al pericolo emettendo un verso simile a un soffio e fuggendo; in definitiva non costituisce alcun pericolo per l’uomo e gli animali domestici. L’aspetto dell’animale, in particolare la coda priva di peli che ricorda quella di un ratto, può generare ribrezzo ma non ci sono motivazioni razionali che possano indurre preoccupazione per l’incolumità dei cittadini anche in caso di presenza nei centri abitati”.
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