di Pietro Perelli
Arriva a Ferrara l’Ukrainian Classical Ballet, che riunisce i migliori solisti e ballerini provenienti dai principali teatri della nazione oggi devastata dalla guerra. Cinquanta artisti che rimarranno nella città estense per una settimana prima di continuare la tournée in altri dieci teatri che hanno aderito all’iniziativa. “Dei grandissimi artisti”, sottolinea il direttore artistico del Teatro Comunale Marcello Corvino e, aggiunge, “la nostra solidarietà sta nel consentirgli di fare il loro lavoro e aiutare le loro famiglie”.
Accanto a Corvino e Moni Ovadia troviamo i solisti Olga Golitsya e Iurii Kekalo e con loro Natalia Iordanov, responsabile della tournée in Europa. Infine il direttore del corpo di ballo Ivan Zhuravlov, che è in tour con la sua bimba, di appena 6 mesi, ed è originario di Bucha, la cittadina a pochi chilometri da Kiev dalla quale stanno arrivando le terribili immagini del massacro che la guerra ha portato. “È stato difficile – spiega Zhuravlov – radunare i ballerini e dargli la possibilità di allenarsi”.
Noi possiamo forse solo immaginare queste difficoltà, senza contare che non tutti hanno lasciato il Paese e sono dovuti rimanere a combattere. “Noi – dice Natalia Iordanov – vogliamo lavorare per aiutare le nostre famiglie e i nostri parenti” e per questo sperano che anche altri teatri si uniscano alla campagna di solidarietà partita da Ferrara. Ad oggi sono dieci i teatri che hanno aderito.
Olga Golitsya è invece scappata da Kiev con il suo bambino di 11 anni dopo due settimane dall’inizio dell’invasione. “Dormivo – racconta – con mio figlio nel bagno” ma ha poi deciso di lasciare il Paese. Ora vivono a Francoforte, in Germania, ospiti dai parenti. “Lui sta continuando a studiare danza grazie alla Dad”. Quanto a quello che ha vissuto, Olga Golitsya ricorda le ultime immagini diffuse. “Tutto quello che è successo a Bucha avveniva vicino a dove abitano i miei genitori, che sono di Vynohradar, quartiere storico della capitale ucraina. I miei genitori non hanno voluto uscire dal Paese, mia madre necessita di cure mediche e ho molta paura per lei”.Oggi “sono molto felice di essere qua per aiutare il mio popolo con la mia arte, noi ballerini possiamo tramite la nostra arte dare voce al popolo ucraino”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Iurii Kekalo che parla di “una situazione tragica” e spera nella nostra forza di “dare supporto al popolo ucraino”.
Lo faranno con due appuntamenti, il 5 aprile alle ore 20.30 con Giselle, balletto in due atti, la coreografia di Jules Perrot, Jean Coralli e Marius Petipa e le musiche di Adolphe Adam. La stessa compagnia sarà in scena il 9 aprile, sempre alle ore 20.30, con Il Lago dei Cigni, balletto in quattro atti per la coreografia di Marius Petipa e Lev Ivanov e le musiche di Pëtr Il’ič Čajkovski. Entrambi gli spettacoli avranno come solisti le Etoiles dell’Opera Nazionale dell’Ucraina Olga Golitsya e Iurii Kekalo.
Ricorda le sue esperienze a Odessa e Kiev il direttore generale Moni Ovadia. Racconta di città splendide e del rapporto di fratellanza stabilito con sei danzatori ucraini con cui ha collaborato. “Io credo – dice – che noi non solo dobbiamo sostenere il popolo ucraino in questa terrificante guerra, ma dovremo in futuro conoscere quel paese per permettere all’Ucraina di rinascere ancora con maggiore splendore”. Ovadia spiega anche di avere avuto notizie dall’Ucraina da una famiglia che sta ospitando. “Ho potuto sentire – dice – dalla loro voce, dal loro sguardo, che cosa può essere stato. E avere sentito, non dai telegiornali che fanno un mestiere, ma sentire la verità dalle persone che hanno vissuto la verità credetemi è un’esperienza completamente diversa”. “E allora – conclude – io credo che questo diventi un ammaestramento che non cesserà mai per dichiarare la ripulsa di tutte le guerre subito. Non considerarla un’utopia ma una necessità vitale”.
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