Amichevole pre-playout. Tris Triestina sulla Spal
È finita con una sconfitta l'amichevole pre-playout che - nel pomeriggio di sabato 3 maggio - la Spal ha giocato contro la Triestina in un Paolo Mazza a porte chiuse
È finita con una sconfitta l'amichevole pre-playout che - nel pomeriggio di sabato 3 maggio - la Spal ha giocato contro la Triestina in un Paolo Mazza a porte chiuse
Finalmente si entra nel momento più vivo, bello e difficile della stagione. Dopo un lunghissimo campionato, che ha portato l’Adamant al secondo posto nel Play-in Gold, i ragazzi di coach Benedetto iniziano il loro percorso nei playoff: domenica alle 18:00 arriva alla Bondi Arena Oderzo per Gara 1 dei quarti di finale
Dopo le giornate di sole e caldo, torna nuovamente la pioggia in provincia di Ferrara. La Protezione Civile dell'Emilia-Romagna ha infatti emanato un'allerta gialla per temporali valida dalla mezzanotte di domenica 4 a quella di lunedì 5 maggio per tutto il territorio ferrarese
È quanto accaduto nel pomeriggio di venerdì 2 maggio nelle vicinanze di Molveno, in provincia di Trento, dove due giovani escursionisti ferraresi di 22 e 25 anni - che erano in compagnia del loro cane - sono stati soccorsi mentre stavano camminando lungo il sentiero 612 in località Casina Crona
Il sole torna a baciare il 1°maggio Ferrara Inline di Piazza Ariostea, la classicissima del pattinaggio corsa che ogni anno trasforma l’anello al centro del Patrimonio Unesco ferrarese nella Scala di questo sport
(foto Spal)
Tanti lo definiscono ‘l’uomo del presidente‘ per il suo rapporto viscerale con Joe Tacopina, ma dietro a quel soprannome si nasconde una delle figure più intriganti e carismatiche della nuova Spal a stelle e strisce.
Nella valigia con cui Franco Zuculini è arrivato a Ferrara c’è un mondo che tutto da scoprire – specialmente fuori dal rettangolo verde – che lo stesso centrocampista ha voluto raccontare durante l’intervista rilasciata a Estense.com in esclusiva.
Franco, tanti tifosi si chiedono che fine hai fatto. Vedono che ti alleni e che stai bene, poi in campo però entri solo per pochi spezzoni. Come ti spieghi questo momento?
“Immagino che i tifosi se lo stiano chiedendo. Per fortuna, fisicamente sto molto bene e da quando sono arrivato qui non ho ancora avuto infortuni. Magari c’è stato qualche dolorino da sovraccarico come li possono avere tutti, ma nulla di grave. E per me è già una vittoria. Quest’anno mi tocca vivere un’esperienza diversa, senza giocare molto, che cerco di trasformare in un’occasione di crescita. Vedo il lato interessante e più importante di questa situazione. Ho la fortuna di stare in un gruppo bellissimo che mi aiuta ogni giorno a venire al campo col sorriso e la voglia di pensare sempre positivo. L’importante è mai mollare e farsi trovare pronti in qualsiasi momento della stagione, che siano 5′ o 10′ oppure tutta la partita”.
La squadra come sta affrontando questa sosta prima della volata finale?
“Stiamo lavorando su quello che ci chiede l’allenatore. Il gruppo sta bene, nonostante qualche infortunato che speriamo di recuperare al più presto possibile. Sfruttiamo questi giorni di pausa per imparare ancora di più e affinare i meccanismi di quello che dobbiamo fare in campo, in modo tale da farci trovare pronti mentalmente per le partite importanti che si avvicinano”.
Su tutte quelle con Alessandria e Cosenza…
“Quelli sono due scontri diretti fondamentali. Non sono finali, anche se in un certo senso lo sono. Penso però che la mentalità del gruppo, al di là della poca fortuna che abbiamo avuto quest’anno, ci abbiano consentito di affrontare tutte le partite come se fossero decisive. Non ho dubbi. Solo che è stato un anno particolare, ma sono convinto che quello che resta del campionato lo affronteremo allo stesso modo, con la stessa forza”.
C’è una quota salvezza da raggiungere?
“L’esperienza mi dice che i numeri non esistono perché noi ragioniamo immersi nella nostra mentalità di squadra, ma gli avversari fanno lo stesso. È tutto relativo, il calcio è incredibile e ti dona delle sorprese che non ti aspetti. Basta pensare a Italia-Macedonia, uno dei migliori esempi che si possono fare a proposito. Era impossibile che si realizzasse quello che è successo, nessuno se lo aspettava, eppure è andata così. Uno deve uscire dal campo con la tranquillità di aver dato tutto ed è quello che poi ti aiuta a raggiungere gli obiettivi”.
Hai un contratto fino al 2023. Come hai vissuto le voci sulla rescissione del contratto dei giorni scorsi?
“A me non ha mai chiamato nessuno ed è stata una sorpresa. Quando ci sono voci così infondate le lascio stare perché non c’è nulla di vero. L’anno prossimo mi vedo ancora alla Spal. Spero di fare ancora meglio e di giocare di più per ritagliarmi un ruolo da vero protagonista. Uno pensa sempre a un rinnovo e a continuare nella società in cui sta bene. Le voci purtroppo corrono e non si sa da dove e come arrivano”.
Joe Tacopina è stato fondamentale per il tuo arrivo alla Spal. Ci racconti meglio il vostro rapporto?
“La nostra conoscenza è iniziata a Bologna, quando abbiamo vinto un campionato in quello che è stato il momento più bello della mia carriera. Poi purtroppo mi sono rotto per la seconda volta il legamento crociato, il presidente è venuto a saperlo ed è rimasto sempre al mio fianco chiedendomi ogni giorno notizie sulla mia salute. Dopodiché sono andato all’Hellas Verona e anche durante quell’avventura ho avuto lo stesso infortunio e lui mi è stato vicino come anni prima. Insieme siamo andati al Venezia, dove abbiamo fatto un bel campionato. Capisci che il nostro è un rapporto importante. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e per questo ho sempre cercato di ringraziarlo in campo e fuori. E lo stesso vale oggi per la Spal”.
Come ti ha convinto a scegliere i colori biancazzurri?
“La cosa bella di Tacopina è che ti presenta un progetto, che alla fine è quello che convince i giocatori. Non nascondo che lo scorso anno avevo certe offerte da club che economicamente mi aiutavano molto di più, ma io intendo il calcio in un modo diverso. Lo vedo in un’altra forma. Mi lascio coinvolgere e convincere da un progetto ben fatto. Il presidente è una persona molto ottimista, che vuole vincere. La vittoria è al centro di questa avventura e mi ha ingolosito. A ciò poi si è aggiunta la consapevolezza della società in cui mi sarei trasferito, di cui già Lucas Castro me ne aveva parlato benissimo. Questo insieme all’ambizione di Joe è bastato per dire sì”.
Dopo la sconfitta con la Reggina, Tacopina disse che ci sarebbe stato bisogno di uomini come Zuculini in campo per come ti eri arrabbiato nello spogliatoio. Ci racconti quel momento?
“Quelle sono cose che restano nello spogliatoio però lo ringrazio perché, in una situazione in cui non sto giocando molto, si è ricordato di me. Ed è una cosa molto bella da sentire. Una sconfitta porta tanta delusione che deve però essere utilizzata per infondere positività e non per dare colpe che nessuno ha. Qui tutti siamo un gruppo e così andremo avanti con un solo e unico obiettivo da raggiungere”.
Ti senti un leader silenzioso nello spogliatoio?
“La parola leader non dovrei dirla io, ma altri. Io cerco di esserlo e di imparare ad esserlo. Mi informo da altri colleghi, prendo spunto da calciatori del passato che so essere stati leader e provo a portare quello che imparo nello spogliatoio e in campo. Mi preparo per quello, dal sorriso ogni volta in cui entro in spogliatoio al saper parlare in un modo o nell’altro, trovando parole giuste, a seconda del momento in cui ci troviamo. Poi logico che quando uno vince è tutto più facile. Lo stesso vale in allenamento. Devi avere un’attitudine al lavoro anche quando non giochi ed essere predisposto al 100% perché i ragazzi ti vedono e sei un esempio per i più giovani”.
C’è qualcuno tra di loro che ti ha impressionato?
“Per la situazione particolare in cui siamo, mi hanno colpito tutti. Stanno dando il massimo e probabilmente con un’altra situazione di classifica si starebbe parlando di club più importanti interessati a loro perchè hanno un potenziale enorme. Mi ha impressionato moltissimo Viviani, che già conoscevo, anche se non è un giovane. I ragazzini stanno facendo un lavoro molto bello e bisogna solo avere pazienza perchè nessuno si aspettava un momento così. Se c’è la pazienza e il lavoro, prima o poi i risultati arrivano e questi giovani un domani potremo vederli portare la Spal in Serie A e costruirsi un futuro in squadre più grandi e nelle loro nazionali”.
Sui social spesso si vede uno Zuculini tra arte e musica. Chi è Franco fuori dal campo?
“Per me, la musica e l’arte hanno lo stesso effetto di una seduta dallo psicologo. Oggi sono l’unica forma per andare avanti senza lasciare il calcio. Un pensiero che già mi è passato mille volte per la testa dopo essermi rotto per tre volte il legamento crociato e l’unica ancora di salvezza era stare immerso nella musica e nell’arte. Le unisco al calcio, non sono cose separate. Sono un aiuto mentale a cui mi affido dopo una sconfitta oppure una vittoria. Arrivo a casa e tutta l’adrenalina la scarico lì”.
Quali generi musicali e quali correnti artistiche ti piacciono?
“Mi piace molto il jazz declinato al blues. L’ho studiato un paio di mesi al conservatorio quando ero a Bologna, poi ho dovuto abbandonare. Per quel che riguarda l’arte, amo il barocco e i pittori rinascimentali principalmente”.
Ferrara è stata una delle culle del Rinascimento…
“Lo so bene, ho studiato tutta la storia degli Estensi. Ho visitato il Castello, ho camminato sulle mura e le ho trovate molto affascinanti, mentre non ho avuto l’occasione di entrare in qualche museo, ma per una cosa mia. Mi piace stare in casa e in inverno non sono uscito un solo giorno perché lo soffro molto. Però ora che arrivano l’estate e le belle giornate conoscerò ancora più a fondo la città”.
Se la Spal fosse una canzone, quale sarebbe?
“Sarebbe L’Anno che Verrà di Lucio Dalla, quella che fa ‘Caro amico ti scrivo…’ perché alla Spal ci penso e la ricordo sempre”.
E l’anno che verrà quale obiettivo porterà alla Spal?
“Ho avuto la fortuna di vivere due volte una promozione in Serie A e riuscire a raggiungerla nuovamente sarebbe molto bello, anche perché sarebbe la terza promozione. Poi però io amo il calcio, anche se non è tutto. La vita non è solo quello, seppur vorrei giocare almeno fino a 38 anni perché è uno sport che mi godo molto e lo sto dimostrando ancora di più senza giocare, venendo tutti i giorni con il sorriso e la voglia al centro sportivo. Sta tutto nel fuoco che porto ancora dentro”.
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