Vigarano
17 Marzo 2022
L'ex sindaca deve rispondere per una presunta tangente tra i 5 e i 10mila euro, Parid Cara patteggia un anno e nove mesi e 90mila euro di risarcimento al Comune

Paron rinviata a giudizio per corruzione, l’imprenditore patteggia

di Daniele Oppo | 3 min

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Vigarano. Una parte si chiude qui, l’altra andrà avanti in un processo ordinario che si celebrerà nei confronti di Barbara Paron, ex sindaca di Vigarano ed ex presidente della Provincia di Ferrara, accusata di corruzione per aver intascato una tangente tra i 5 e i 10mila euro per evitare all’impresa che gestisce l’impianto di biogas a Ca Bianchina di pagare il rifacimento di via Frattina.

Proprio l’imprenditore, Parid Cara, assistito dagli avvocati Giuliano Onorati e Lorenzo Valgimigli, ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare Vartan Giacomelli ha patteggiato una condanna a un anno e nove mesi di reclusione (pena sospesa e beneficio della non menzione) e al pagamento di un risarcimento da 90mila euro, oltre a 30mila euro per il danno d’immagine a favore del Comune di Vigarano, che sarà parte civile. Anche lui era accusato di corruzione, nelle vesti di (presunto) corruttore.

“Abbiamo deciso di patteggiare per ragioni di opportunità, pur non ritenendo sussistente la responsabilità”, precisa l’avvocato Onorati. Il patteggiamento, lo ricordiamo, non implica infatti una ammissione di responsabilità.

Rinvio a giudizio al 16 giugno davanti al tribunale in composizione collegiale per Paron (assistita dall’avvocato Denis Lovison) – che respinge ogni addebito – e Lorenza Benati (difesa dagli avvocati Simone Bianchi ed Enrico Ferri), moglie di Cara, accusata di favoreggiamento: secondo la procura sarebbe suo l’appunto scritto a mano e ritrovato tra le carte sequestrate che riportava la dicitura interpretata come “Dolce x Paron x € 5… trovare una soluzione… no speculazione elettorale”. La donna ha sempre negato di essere l’autrice dell’appunto, attribuendolo a una dipendente – che lo ha disconosciuto – e su di esso c’è un conflitto tra consulenze grafologiche.

Secondo la ricostruzione della procura (pm Ciro Alberto Savino), che poggia anche sulla denuncia che presentò l’ex compagno di Paron che si è detto testimone oculare della consegna di una busta contenente soldi dall’imprenditore all’ex sindaca, verso fine maggio 2016 l’allora prima cittadina di Vigarano si sarebbe fatta pagare una tangente concedendo all’impresa di posticipare i lavori di manutenzione sia ordinaria che straordinaria e poi di consolidamento della malandata via Frattina: lavori che erano una condizione per l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto.

Alla fine vennero eseguiti in parte dal Comune senza però che l’amministrazione si rivalesse successivamente sull’impresa. E qui per la procura ci sarebbe un altro indizio a carico di Paron: accentrò su di se la pratica amministrativa per fare in modo che l’imprenditore non pagasse. In questo modo Cara avrebbe risparmiato un esborso stimato dalla procura in ben 292.500 euro, 90mila euro dei quali per la sola manutenzione.

Altri elementi d’accusa arrivano da un litigio tra Paron e l’ex compagno via WhatsApp nel quale si farebbe esplicito riferimento proprio alla consegna di quella busta in casa Paron e che la stessa, anziché negare, giustificherebbe con l’ex coniuge come un contributo elettorale al Partito Democratico, che comunque non ha mai ricevuto nulla. I due, va evidenziato, si fronteggiano in una causa che vede l’uomo accusato di stalking.

Paron era stata indagata anche per abuso in atti d’ufficio in merito all’inaugurazione, in assenza di collaudo tecnico-amministrativo, della scuola Alda Costa nel settembre del 2015. La procura ha però stralciato l’imputazione e chiesto l’archiviazione. “Siamo soddisfatti da una parte per l’abuso in atti d’ufficio che il pm ha stralciato dalle ipotesi accusatorie, formulando richiesta di archiviazione – commenta l’avvocato Lovison -. Per quello che rimane, il capo della corruzione, contiamo di dimostrare l’innocenza della signora Paron a processo”.

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