Tresignana
25 Febbraio 2022
I giudici di seconda istanza non capovolgono la decisione del gip di Ferrara: contro i due indagati non ci sono i gravi indizi di colpevolezza

Duplice omicidio di Rero, il tribunale delle libertà rigetta il ricorso della procura

di Daniele Oppo | 3 min

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Neppure in seconda istanza i giudici sono stati convinti dall’ipotesi accusatoria che insiste sulla necessità di applicare la misura della custodia cautelare in carcere per Filippo e Manuel Mazzoni, padre e figlio che vivono a pochi passi dal luogo del delitto, a Rero, tra Tresignana e Fiscaglia, sui quali si è concentrato quasi tutto lo sforzo investigativo.

Già il gip di Ferrara aveva rigettato la richiesta della pm Lisa Busato, sostenendo che mancassero i gravi indizi di colpevolezza, ovvero il fumus che i due siano stati gli autori dell’efferato delitto. La decisione, presa dai giudici ormai già da qualche settimana, è stata notificata solo ieri. Alla procura ora non rimane che percorrere, se lo dovesse ritenere opportuno, la strada del ricorso per Cassazione.

Bisognerà prima attendere il deposito delle motivazioni, che dovrebbe avvenire per entro i primi giorni di marzo. “Dal dispositivo si evince che il tribunale rigetta in toto tutto l’appello del pm – spiega l’avvocato Marangoni -. Non solo la richiesta di applicare la misura cautelare massima, cioè il carcere, ma anche ogni altra misura. È una vicenda brutta che non doveva nemmeno arrivare a una richiesta di misura cautelare, ma in base alle evidenze investigative già mesi or sono doveva essere chiesta l’archiviazione nei confronti dei miei assistiti. C’erano elementi per poter procedere in questo senso, comprese le evidenze scientifiche emerse soprattutto a esito dell’incidente probatorio da me richiesto e ringrazio i miei due preziosi consulenti: il genetista Giorgio Portera di Milano e ingegner Cristian Bettin di Padova per la balistica”.

“Già avevo parlato di errore giudiziario – rimarca Marangoni -, ne sono ancora profondamente più convinto. Ho la sensazione ancora più netta che in questa brutta e complicata vicenda si sia voluto trovare un responsabile a tutti i costi e non il vero responsabile. Si sono individuate due persone e si è cercato di cucirgli addosso indizi e prove, credo invece che le prove debbano condurre ai responsabili e non viceversa. Attendo con curiosità di conoscere le motivazioni del tribunale delle libertà e naturalmente, poiché la procura ha facoltà di ricorrere per Cassazione, rimango in attesa della notifica del ricorso, qualora si avvalga, con la certezza che resisteremo”.

“Abbiamo due persone distrutte nella loro esistenza e i responsabili ancora liberi. Credo che sia preferibile avere un responsabile fuori libero, piuttosto che un innocente in carcere ma sono anche consapevole che sia pensiero minoritario. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se i signori Mazzoni non avessero avuto l’opportunità di esercitare il diritto di difesa, anche in termini economici”, conclude l’avvocato.

 

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