La piazzola era piena di fango, la Maserati era pulitissima, neppure le ruote si erano sporcate. Un dettaglio, anzi una serie di dettagli, quelli riferiti da Guido Dalle Vacche, ex marito di Donata e cognato di Denis Bergamini, che sembra corroborare l’idea della messa in scena del (finto) suicidio del calciatore argentano in forza al Cosenza Calcio, ritrovato senza vita sulla statale 106 nel novembre del 1989, all’altezza di Roseto Capo Spulico.
Dalle Vacche è stato sentito giovedì come testimone nel processo che vede Isabella Internò, ex fidanzata di Bergamini, accusata di omicidio volontario pluriaggravato.
Un’udienza nella quale non sono mancate fortissime tensioni, dovute al fatto che a un certo punto è arrivato in aula il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, con la scorta al seguito. Morra aveva incontrato fuori dal tribunale l’avvocato Fabio Anselmo (che insieme alla collega Alessandra Pisa assiste i familiari di Bergamini) e poi si è intrattenuto con il nipote del calciatore, cosa che ha mandato su tutte le furie la difesa di Internò che ha parlato di pressioni sul processo, rilevando che Morra poco prima era stato visto al bar con l’avvocato ferrarese. La risposta di Anselmo è stata netta: “Rivendico la mia libertà professionale. Non accetto di essere seguito anche al di fuori di quest’aula. Il senatore l’ho incontrato per esigenze professionali diverse da questo processo, evidentemente qualcuno ha la coda di paglia”. La calma è stata riportata a fatica dalla presidente Paola Lucente, che più volte ha ricordato che l’udienza è pubblica.
Dalle Vacche ha raccontato quel che sapeva del rapporto tra Denis e Internò, dell’interruzione volontaria di gravidanza praticata dalla ragazza a Londra, perché non voleva tenere il bambino, dopo un viaggio organizzato da una zia di lei, che viveva a Torino. E poi del fatto che il calciatore non aveva intenzione di sposarla, delle incertezze di Denis anche sulla reale paternità del figlio, che comunque si era impegnato a riconoscere nel caso fosse stato suo.
Secondo Dalle Vacche, il calciatore gli confidò l’intenzione di lasciare Internò perché lei era troppo possessiva e che poi si lasciarono definitivamente. Ha poi ricostruito la sera in cui seppe della morte di Denis; il viaggio con la moglie Donata e il padre Doriano che ripeteva “non è possibile”; il carabiniere che trovarono davanti non gli indicava il punto in cui si trovava il corpo, e che dopo averlo visto si convinsero che non si era suicidato: non si vedeva sangue, nessun segno di trascinamento e la Maserati era pulita nonostante il fango della piazzola. E poi il viso intatto visto all’obitorio, con quel piccolo livido a una tempia.
L’uomo ha riferito di una chiamata ricevuta da Denis Bergamini il lunedì precedente la sua morte, quando era con la sua famiglia a casa dei genitori. Chiamata della quale non rivelò il contenuto, ma che lo rese serio e turbato per il resto della serata: sembra una costante in questo processo, sono ormai tanti testimoni che raccontano di un Bergamini che si rabbuia e intristisce dopo aver ricevuto una telefonata.
Prima di lui è stata sentita anche Roberta Sacchi, fisioterapista e poi amica anche molto stretta di Bergamini. Ha raccontato che lui le disse di stare uscendo da una relazione complicata, ma che lei – la Internò – continuava a stargli dietro, a seguirlo ovunque andasse. Anche Sacchi ha raccontato di una telefonata, ricevuta da lei stessa nel 2000 da parte di una donna con accento meridionale, molto agitata e arrabbiata, che disse di chiamarsi Isabella e poi con un cognome che la teste ricorda terminasse per “no”. Sacchi ha anche riferito di due diversi scambi di battute con Bergamini sull’uso della ‘lupara’ al sud per risolvere questioni come quella che lui stava vivendo con la ex ragazza. E se il calciatore la prima volta le disse che la mentalità era cambiata, in una seconda occasione ravvicinata alla sua morte, le diede ragione, affermando – riporta la teste – che in realtà nulla era cambiato.
È stato sentito anche Bruno Caneo, compagno di squadra di Bergamini al Cosenza. La prossima udienza è in calendario per il 25 febbraio.
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