
Foto di Alessandro Castaldi
di Andrea Mainardi
Dopo la vittoria biancoazzurra per 87-76 contro Chieti, in sala stampa gli allenatori di entrambe le compagini hanno dato il loro punto di vista sull’incontro.
A iniziare è coach Chieti Maffezzoli, che ha visto i suoi giocatori uscire sconfitti nonostante le buone cose mostrate soprattutto nei primi due quarti: “Ferrara ha giocato una partita intensa dove hanno coinvolto tutti gli effettivi, a prescindere dalle questioni fisiche. La ritrovata confidenza si è vista, la differenza ha riguardato principalmente la capacità realizzativa da tre punti nonostante la qualità dei tiri che abbiamo costruito. Senza un americano abbiamo difficoltà nei pressi del ferro solitamente ma oggi siamo andati abbastanza bene. Dobbiamo metterci un po’ più il corpo però perché non possiamo andare in trasferta a prendere novanta punti. L’ inizio del terzo quarto è stato decisivo in negativo ma apprezzo le nostre migliorie nel gioco”.
Prende poi la parola Spiro Leka, forte della terza vittoria consecutiva conquistata: “Sono soddisfatto perché siamo ancora in emergenza e ci siamo adattati facendo scelte tattiche diverse. La squadra ha già tanta identità e ancora una volta ho visto tanti rimbalzi e assist, nel terzo quarto avevo chiesto di chiudere la partita e lo abbiamo fatto. Giocando in sette – otto non è facile, ringrazio lo staff medico che sta facendo cose importanti valutando sempre anche i rischi. Siamo un cantiere aperto e anche Pacher si è allenato poco, i ragazzi si mettono a disposizione e si sacrificano ed è esattamente ciò che il patron D’Auria chiede. Ogni settimana è una battaglia con un avversario che ci vuole mettere in difficoltà ma dobbiamo dare continuità ai risultati ed a Nardò sarà difficilissimo. Domani vedremo il ‘bollettino di guerra’ ma sono contento di tutti. Sul -10 abbiamo fatto buone scelte andando da Fabi in post basso che poi ha aperto spazi per i tiratori. All’intervallo ho detto negli spogliatoi che era inaccettabile subire ventisei punti nel secondo quarto di cui dieci per errori difensivi”.
Chiusura infine su Pacher, apparso dolorante all’adduttore:”Ha sentito un dolorino ma si è fermato in tempo, a quanto pare”.
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