C’era anche un volto noto tra i candidati sindaco di Roma. Dietro alle spalle dei big Michetti, Gualtieri, Calenda e Raggi, si è piazzato quinto con 7.133 preferenze, che gli hanno accordato lo 0,64% dei voti.
Teodori è una vecchia conoscenza della politica ferrarese. Nato a Baden in Svizzera, nel 1968, è vissuto da sempre a Ferrara. Dopo il diploma all’Itis, ha lavorato per anni nell’azienda del padre ri ricambi per auto, a Copparo.
Dal 1991 al 2000 è stato iscritto alla Lega Nord, con la quale venne anche eletto in consiglio provinciale come capogruppo nella legislatura 1995-1999.
Dopo quell’esperienza “smisi perché disgustato”, spiega nella sua scheda di presentazione agli elettori romani.
Successivamente lo troviamo, sempre a Ferrara, come referente dei Genitori del No all’obbligo vaccinale. Siamo nel 2017 e organizza proteste pubbliche contro il decreto Lorenzin che stabiliva l’obbligatorietà vaccinale per l’accesso a scuola.
Di vaccino in vaccino, ora la sua battaglia è contro la profilassi anti-Covid a capo del Movimento 3V (“vaccini vogliamo verità”), del quale è diventato segretario nazionale. “Quando il sistema è entrato a gamba tesa mettendo in pericolo la nostra salute – spiega oggi -, stravolgendo la nostra libertà, limitando il nostro benessere economico, calpestato i nostri diritti, ho capito che l’errore non era la politica ma il lasciarla ai venduti. L’impegno per il futuro dei miei cari, per il bene comune, per una società democratica sono il motivo della mia partecipazione in 3V, di cui sono segretario politico”.
La sua prima azioen da primo cittadino, aveva promesso, sarebbe stata “la non applicazione del ‘green pass’ nel territorio del comune di Roma”.
Con i 3V Teodori si è candidato sindaco di Roma, superando in preferenze Elisabetta Canitano di “Potere al Popolo” e l’urbanista Paolo Berdini sostenuto, fra gli altri, da Rifondazione Comunista.
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