Vertenza Amsef. I lavoratori sotto lo Scalone
Le sigle sindacali Fp Cgil, Fit Cisl e UilTrasporti scenderanno in piazza per la vertenza Amsef
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Nella giornata di giovedì 18 dicembre, una delegazione del Comando Operazioni Aerospaziali (Coa) di Poggio Renatico ha fatto visita e consegnato doni ai bambini ricoverati nei Reparti di Pediatria dell’ospedale di Cona
Applauditi da grandi e piccini si sono esibiti sul palcoscenico i clowns dell'Associazione Odv "Vola nel Cuore". Con loro i maghi e un viaggio nel mondo delle fiabe
A guidare il nuovo Dipartimento Interaziendale Funzionale Sanitario, Socio-Sanitario e della Fragilità delle Aziende Sanitarie ferraresi sarà Sonia Carla Cicero
Rafforzare la presenza sul territorio e monitorarlo al fine di ricucire il tessuto sociale di zone complesse come Barco e Pontelagoscuro. È il progetto di sicurezza partecipata e coesione sociale del Comune
“Mi chiamo Marco. Ho 22 anni”. Quando ha preso la parola in mezzo ai tanti manifestanti contro il green pass è stato sommerso di applausi.
Gli astanti ancora non sapevano cosa avesse da dire. Marco Natali, studente di chimica all’Università di Ferrara, si trovava lì per caso, a Lodi. Stava accompagnando la sua ragazza in un negozio in piazza.
La sua attenzione è stata rapita dalla frase di una manifestante: “i morti per il Covid sono un’invenzione”. A quel punto non ha resistito. Lui, che ha visto il padre Marcello morire di Covid dopo esser stato in prima linea nella cura dei pazienti.
“Faceva il medico – riporta il giornale Il Cittadino -: è morto il 18 marzo dell’anno scorso, sette giorni dopo avermi detto che non riusciva a respirare. Io non la penso come voi. Se mio padre avesse avuto la possibilità di vaccinarsi, ora sarebbe ancora qui con noi”.
Il papà Marcello Natali – racconta sul quotidiano lodigiano la collega Laura Gozzini – svolgeva la professione di medico di base a Caselle Landi. Rimase a fianco dei suoi pazienti fino alla fine. È stato tra i primi camici bianchi vittime del Covid-19.
Al sindaco di Caselle Landi che doveva visitare il giorno del suo ricovero in ospedale – racconta sempre Il Cittadino -, Natali aveva inviato un messaggio di “scuse”. Si era scusato per non poter essere lì a fare il suo dovere.
E sabato scorso, in una delle tantissime manifestazioni contro il green pass, il figlio ha sentito quelle frasi che rendevano vano il suo sacrificio. “In quel momento – riporta il giornale – ho perso le staffe. Dopo quello che ho vissuto, nessuno si è mai permesso di dire una cosa del genere in mia presenza, e mi ha toccato. Sono dell’idea che ognuno può fare quello che gli pare, ma se dici una cosa del genere in mezzo a una piazza stai superando il limite, perché la tua libertà finisce dove inizia la mia, e si può essere contro il green pass, ma una cosa del genere non si può dire”.
“Io, figlio di Marcello Natali che credeva nella medicina – sono le parole dette a Laura Gozzini -, credo nella medicina e nella scienza. E queste assurdità sono anti-scientifiche. Ho un motto nella vita: “meglio pianti che rimpianti”, giusto per una ragione morale”.
Il suo esempio ha fatto il giro delle cronache nazionali e il presidente Stefano Bonaccini ha voluto prenderlo a esempio di dovere civile pubblicando questa sua piccola impresa sulla sua pagina facebook.
Nel post c’è la foto di Marco che parla ai no green pass e un riquadro con l’immagine del padre: “Grazie Marco – scrive Bonaccini – per la tua testimonianza”.
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