Portomaggiore
28 Luglio 2021
Il partito si spacca in due. Il Medio e Basso Ferrarese candida Cavedagna, ma la segreteria provinciale punta su Badolato. I "ribelli" Lombardi e Brina rischiano la sanzione

Terremoto nella Lega per le elezioni a Portomaggiore

di Redazione | 2 min

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Portomaggiore. È una vera e propria spaccatura quella che si è creata all’interno della Lega, divisa nettamente in due sul profilo del candidato sindaco con cui presentarsi alle amministrative autunnali di Portomaggiore.

Se nei mesi passati sembrava infatti essere giunti a un’intesa capace di compattare l’intero centrodestra ferrarese attorno al nome di Elisa Cavedagna, con il passare delle settimane la situazione si è totalmente ribaltata.

A questo proposito, il direttivo provinciale leghista ha fatto sapere di voler candidare Roberto Badolato (a suo tempo anche lui tra i favorevoli circa la candidatura di Cavedagna, ndr) suscitando così il malcontento tra gli esponenti del Carroccio del Medio e Basso Ferrarese, riunitisi in conferenza stampa nei giorni scorsi.

Tra questi, il il capogruppo della Lega in consiglio comunale Gian Luca Lombardi, il sindaco di Lagosanto Cristian Bertarelli, il capogruppo della Lega di Argenta Ottavio Curtarello, il referente del Medio Ferrarese Giuseppe Brina, il segretario di Argenta e Portomaggiore Fausto Nardi e il consigliere comunale Ilario Bianchi.

I “ribelli” non hanno ben digerito la decisione della segreteria provinciale di portare avanti un nome che non fosse in quota Lega ma più vicino a Fratelli d’Italia come quello di Badolato, rivendicando così la volontà di avere un candidato proprio e di far valere le loro richieste, ribadendo l’intenzione di non rinunciare a Elisa Cavedagna e di essere disposti a correre, se le cose resteranno tali, anche da soli.

Uno strappo bello e buono, difficile da sanare, su cui è intervenuto anche il segretario provinciale leghista Davide Bergamini, che si è detto pronto a prendere provvedimenti contro i “dissidenti” Lombardi e Brina, per aver anteposto i loro personalismi al bene del partito, preferendo rompere con la Lega senza affrontare internamente le questioni, com’è abitudine fare.

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