Attualità
4 Luglio 2021
La struttura avrà quattro studi medici, progettati e finanziati dalla cooperativa Castello. L'assessore Coletti: "Presidio che accrescerà la qualità dei servizi di una delle zone più popolose di Ferrara"

Un nuovo polo di medicina generale per via Medini

di Redazione | 3 min

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Quattro studi medici, una segreteria con due postazioni, un’infermeria, una sala riunioni e una sala d’aspetto. Questi i principali servizi di cui disporrà il polo di medicina generale “Julian Tudor Hart” di via Medini, inaugurato nella mattina di sabato con una cerimonia che è coincisa con i festeggiamenti per i cinquant’anni della cooperativa Castello, ideatrice e finanziatrice del progetto.

La realizzazione degli ambulatori, infatti, è stata possibile grazie alle risorse economiche e ai locali messi a disposizione dalla cooperativa nello stesso complesso condominiale di via Medini, che verranno gestiti da un gruppo di medici sulla base di un’idea progettuale innovativa integrata con attività infermieristiche e di prevenzione in prossimità dei luoghi di vita delle persone per fornire sia i classici servizi sanitari di base, oltre che per svolgere un’azione di capacitazione delle persone e delle comunità.

L’obiettivo è quello di agire in modo proattivo all’interno della comunità, di comprendere le dinamiche di produzione salute-malattia agenti nel territorio allo scopo di promuovere e mettere in atto processi salutogenici, attraverso il lavoro di un core team composto da quattro medici di medicina generale, segretari e un infermiere, che dovrà definire anche una rete allargata di figure con cui interfacciassi che rappresenteranno una sorta di extended team utile per la presa in carico degli assistiti.

Al taglio del nastro della nuova struttura, insieme al presidente della Coop Castello Loredano Ferrari e ai dottori Agostino Panaja e Elisa Mandolesi, anche l’assessore alle Politiche sociali e abitative Cristina Coletti: “Questa inaugurazione dota il quartiere del Barco di un nuovo e funzionale centro di medicina di prossimità, un presidio medico che accrescerà la qualità di tutti i servizi di una fra le zone più popolose di Ferrara”.

“Siamo grati alla cooperativa di abitanti Castello – ha successivamente aggiunto l’assessore, prima della benedizione impartita da don Antonio Grandini tra le note dei musici della contrada San Giovanni – che ha deciso di investire risorse proprie, in un periodo che rimane difficile, per fare un regalo a tutta la città che trarrà giovamento da questo splendido gesto, cercando risposte sempre più efficaci per risolvere i problemi acuiti dalla pandemia in questo ultimo anno mezzo”.

Coletti ha concluso: “È per questo che la cooperativa di abitanti ha assunto un ruolo ancora più decisivo, perché essere parte di quella comunità per molte persone, soprattutto anziane, può aver significato essersi sentite meno sole durante le fasi più dure dell’emergenza sanitaria. Cooperare significa esserci sempre l’uno per l’altro e tendere la mano ai cittadini più bisognosi, i quali possono contare sempre su una spalla sicura su cui appoggiarsi”.

Soddisfazione per l’importante realizzazione anche da parte di Monica Calamai, direttrice generale di Ausl Ferrara che, assente per motivi legati alla campagna vaccinale, ci ha tenuto comunque a esprimere il proprio pensiero attraverso un messaggio in cui ha definito fondamentale la “valorizzazione della medicina del territorio, che rappresenta il futuro della presa in carico del paziente ed è un obiettivo prioritario a tutti i livelli“.

“Ora – ha affermato in ultimo Calamai – il Pnrr metterà in campo gli appositi finanziamenti, spingendo molto sulla digitalizzazione e sulle case, ma anche ospedali, di comunità, che saranno coordinati sempre nell’ambito della medicina territoriale. Continuiamo a ragionare in un’ottica win to win, con obiettivo finale e comune il paziente“.

Sull’inaugurazione sono intervenuti anche la capogruppo regionale del Partito Democratico Marcella Zappaterra, attraverso i social, e l’assessore regionale Paolo Calvano: “Abbiamo affrontato meglio la pandemia dove la sanità era a forza trazione pubblica, così come è ben visibile che migliore è la sanità radicata sul territorio, che consenta alle persone di avere servizi di prossimità. Il lavoro e lo sforzo fatto sono importanti, ma cinquant’anni sono solo l’inizio e avremo davanti a noi grandissime opportunità già con il Pnrr, con cui dovremo fare il salto di qualità”.

 

 

 

 

 

 

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